Libera Trentino Alto Adige

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Buongiorno Davide Mattiello, dopo il Piemonte la Valle d’Aosta, la Liguria, ora sappiamo che il viaggio per la rete di Libera si è spostato a Nord-Est. Cosa puoi dirci?

Il lavoro fatto in Piemonte è molto positivo, tanto che è stato riconosciuto e ci è stato chiesto di metterci al servizio per accompagnare la crescita di altri percorsi. Se è vero che le mafie sono un fenomeno che coinvolge tutta l’Italia, è un bene far crescere ogni territorio con pazienza ed attenzione. In questi mesi abbiamo così conosciuto gli amici del Trentino Alto Adige.


Lì non c’è ancora un coordinamento regionale?

No, ma ci stiamo lavorando. Nel weekend siamo stati ad Egna. Parto da questa città perchè è il simbolo di quello che vogliamo costruire: Egna si trova esattamente a metà strada tra Trento e Bolzano. La logica dei recinti contrapposti è la logica delle cosche, delle ‘ndrine, dei clan. Noi invece crediamo nel rispetto delle identità culturali, delle tradizioni e delle sofferenze che i territori hanno come bagaglio della loro storia passata, ma ci crediamo per costruire insieme la storia presente e futura.


Un lavoro importante e impegnativo.

Direi intenso. Abbiamo lavorato con 30 persone, tra sabato e domenica: trentini ed altoatesini inseme e non separati.

Loro sanno di poter essere i 30 alfieri di Libera in quei territori. Ci siamo detti arrivederci con alcuni compiti delle vacanze.


Quali?

Per prima cosa dovranno esprimere i loro pensieri su Libera e cercare di coinvolgere altre realtà.

E poi, come diceva don Bosco ” l’estate è la vendemmia del diavolo”. Per questo ho consigliato due libri da portare sotto l’ombrellone o sulle Alpi Atesine o sulle Dolomiti. “Le due guerre” di Gian Carlo Caselli, scritto insieme al figlio Stefano e “Il ritorno del principe” di Roberto Scarpinato e Saverio Lodato. Due testi fortemente legati tra loro ed importantissimi per la storia del nostro paese, che chiunque dovrebbe leggere.


Quando vi ritroverete per proseguire queso percorso?

A novembre e faremo il punto, capiremo dove siamo arrivati e quanto siamo cresciuti, in ogni senso. Abbiamo l’urgenza di vincere questa guerra, come cittadini, ma dobbiamo avere anche l’attenzione di fare bene le cose, utilizzando tutto il tempo necessario.


Grazie Davide e in bocca la lupo agli amici del Terntino Alto Adige.


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