Il nuovo Sindaco e L10 Torino

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Libera non ha partito, non sposa alcuna ideologia precostituita, non è rappresentata da alcun esponente nel panorama nazionale. Libera, per sua natura, fa politica. La politica infatti non è rappresentata solamente dagli uomini seduti nelle sedi elettive. La politica di Libera è la proposta, base per lo stimolo di azioni tradotte dalle istituzioni in prassi.


L10 Torino ricalca in toto tutte le caratteristiche appena elencate: una piattaforma contente spunti avanzati dalla società civile per un miglior governo della nostra città.

Torino è andata a votare e ha deciso di eleggere Piero Fassino, candidato del centrosinistra, sindaco della città.


Ci sono due ragioni che ci portano ad essere soddisfatti – con il rischio di essere smentiti in futuro dall’impronta che il nuovo sindaco darà alla macchina governativa- derivanti dal risultato uscito dalle urne.


La prima è dettata da una presa di posizione espressa poco prima della conclusione della campagna elettorale da Piero Fassino sulla privatizzazione dell’acqua. “Chiediamo altresì che non venga comunque privatizzata la gestione di beni comuni fondamentali come l’acqua”. Questa la frase che conclude il punto 8 di L10. Queste, invece, le parole pronunciate dall’onorevole del Pd, solo pochi giorni fa “se diventerò sindaco, mi impegnerò a garantire che il servizio di gestione ed erogazione dell’acqua resti pubblico”. Da lunedì, Piero Fassino è il primo cittadino della città ci auguriamo che la posizione espressa in campagna elettorale venga mantenuta.

Dall’acqua ai consiglieri eletti. Il Pd, nonostante avesse risposto positivamente alla prima proposta di non candidare persone rinviate a giudizio o condannate, ha deciso di inserire nella rosa di nomi Giusy La Ganga, ex socialista, uomo politico vicino a Bettino Craxi e, soprattutto, coinvolto nelle inchieste di Tangentopoli. La Ganga patteggiò una pena di un anno e otto mesi e una multa di 500 milioni di lire per lo scandalo delle tangenti per il nuovo ospedale di Asti.

L’ex Deputato della Repubblica, lontano dalle sedi istituzionali da anni – ma non dalla politica dei partiti – è stato scelto dalla dirigenza del Pd come persona da sottoporre al “giudizio” degli elettori.

Dalle urne esce un dato confortante: Giusi La Ganga non è stato eletto consigliere comunale della città di Torino. Lo hanno scelto gli elettori. Ci viene da dire: dove non arriva la politica arriva la cittadinanza. Per fortuna.

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