#4 La storia dei beni confiscati in Piemonte. La villa di Bardonecchia

Condividi

Bardonecchia è un piccolo centro in Alta Val Susa, in provincia di Torino. È meta turistica per la presenza di fantastiche piste da sci. Ma questa città, nel recente passato, è stata base operativa per la ‘ndrangheta. In questo paese di poco più di 3mila anime, la criminalità calabrese era riuscita a radicarsi benissimo, facendo affari nel territorio. E gli strascichi di questo passaggio hanno lasciato traccia indelebile. Il Comune di Bardonecchia, infatti, è stato commissariato per infiltrazione mafiosa nel 1995. Primo caso di commissariamento per mafia nel nord Italia: l’allora Ministero dell’Interno decretò lo scioglimento del Comune perché la ‘ndrangheta era riuscita a influenzare le decisioni pubbliche.
In questo piccolo centro del Nord Italia giunse negli anni ’70, in soggiorno obbligato, Francesco Mazzaferro, di Gioiosa Ionica. Il provvedimento di allontanamento dal proprio territorio voleva impedire a “Don Ciccio” – così era conosciuto ai più – di continuare a delinquere. Ma così non fu. don Ciccio trovò trovò terreno fertile per insediarsi in Val Susa, operando nel settore dell’edilizia e collaborando strettamente con Rocco Lo Presti, altro elemento di spicco della ‘ndrangheta di questo territorio.
Ma le tracce dei boss non si ferma al commissariamento del Comune. Sono infatti diversi i beni confiscati in questo territorio e noi abbiamo voluto raccontarvi quella di una villa, nel centro della città, appartenuta alla famiglia Mazzaferro e confiscata. Oggi è un altro luogo ed è gestito dall’Associazione Liberamente.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *