Caso Bruno Caccia. La figlia Paola: “raggiungeremo la verità”

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Sono trascorsi 32 anni, da quando in via Sommacampagna a Torino, un commando freddò sotto casa Bruno Caccia, Procuratore Capo della Repubblica di Torino.

Uomo di Stato, magistrato integerrimo,venne assassinato dalla ’ndrangheta il 26 giugno del 1983.

Alle prime luci dell’alba, su impulso di un’inchiesta della Procura di Milano, è stato tratto in arresto Rocco Schirripa, uomo di ‘ndrangheta condannato nell’operazione Minotauro a 1 anno e 8 mesi perché affiliato con la dote di trequartino.

Da anni la famiglia chiede che si faccia piena luce attorno al caso, che ad oggi vede come unico responsabile Domenico Belfiore, capo della ‘ndrangheta torinese negli anni ’80, condannato all’ergastolo come unico mandante del delitto.

Oggi, dopo questi nuovi risvolti, la battaglia dei cari di Bruno Caccia raggiunge un importante traguardo.

Abbiamo intervistato Paola Caccia, figlia del magistrato torinese.

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