L7 2014: verifica della piattaforma

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Cinque anni fa, in occasione delle elezioni regionali in Piemonte, abbiamo proposto ai candidati presidenti una piattaforma programmatica, per mettere al centro dell’agenda di governo il contrasto a mafie e corruzione.

Tra i candidati che avevano aderito alla piattaforma L7 – sottoscrivendo tutti i punti contenuti – anche Sergio Chiamparino, eletto presidente nelle consultazioni del 2014.

Finita la legislatura e prossimi a nuove elezioni per la nomina del presidente della Regione e del rinnovo del Consiglio Regionale è giunto il momento di monitorare quanto è stato fatto in questi anni, verificando punto per punto se gli impegni presi siano stati tradotti in azioni concrete, attraverso norme, regolamenti, azioni politiche.

Per fare questa analisi riporteremo il punto della piattaforma e gli elementi di verifica in nostro possesso.

Un semaforo rappresenterà il rispetto o meno dell’impegno preso.


 

PUNTO 1
CANDIDATURE

Chiediamo che non vengano candidate persone rinviate a giudizio o condannate, anche solo in primo grado, per reati di mafia e contro la pubblica amministrazione. Chiediamo che lo stesso principio valga per gli incarichi di nomina diretta del Presidente.

La prima parte del punto è superata, dato che avanzava richieste nella composizione delle liste del 2014.

Per quanto riguarda invece la seconda parte, quella relativa agli incarichi di nomina del Presidente, riportiamo quanto risposto dal Gabinetto della Presidenza della Regione Piemonte, ad aprile 2019, su nostra esplicita richiesta:

non risulta che siano state effettuate, in questi anni,  nomine di persone rinviate a giudizio o condannate per i gravi reati citati”.


PUNTO 2
GIORNATA DELLA MEMORIA E DELL’IMPEGNO E BENI CONFISCATI

Chiediamo che nella legge 14/2007, trasformata nella legge 18/2013, la giornata della memoria e dell’impegno possa riacquisire la sua denominazione originaria e nazionale, portato positivo di un lavoro di rete di lungo corso. Chiediamo inoltre che la legge sia annualmente finanziata a sostegno dei beni confiscati alle mafie in Piemonte.

Per quanto riguarda la prima parte di questo punto, la modifica non è stata attuata.

Al momento, la data del 21 Marzo – inserita nel nostro calendario civile, per una legge del Parlamento, per ricordare tutte le vittime innocenti delle mafie – in Piemonte mantiene la seguente dicitura “Giornata regionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie e per la promozione della cittadinanza responsabile”. La nostra richiesta, sottoscritta dal Presidente Chiamparino, chiedeva una modifica per riportarla al nome originale, ovvero “Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo di tutte le vittime innocenti delle mafie”.

La seconda parte di questo punto, invece, è stata rispettata.

La Giunta Regionale ha sostenuto il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie dal 2017, inserendo nel proprio bilancio i seguenti stanziamenti: 200mila euro nel 2017, 150mila euro nel 2018 e 150mila euro nel 2019.


PUNTO 3
LOTTA ALL’USURA

Chiediamo la modifica della legge regionale 11/2000 in tema di usura e in particolare che la legge contenga la definizione della vittima di usura, che sia ampliato l’accesso al “fondo di solidarietà per le vittime di usura” attraverso l’integrazione dei fondi delle Fondazioni Antiusura presenti sul territorio, che sia prevista la spesa finalizzata all’assistenza legale /consulenza professionale in materia di usura e accesso al credito anche per prevedere il sostegno economico di progetti finalizzati all’accompagnamento delle vittime, che ci sia una migliore interazione tra gli interventi previsti dalla legge stessa e l’attività dell’Osservatorio Regionale sul Fenomeno dell’Usura della Regione Piemonte.

Il punto 3 è stato accolto intervenendo in modo deciso per contrastare il fenomeno dell’usura, molto diffuso nella nostra Regione e, spesso, direttamente collegato alle mafie.

La legge Regionale 11/2000 è stata modificata con la 8/2017.

Il testo della legge interviene, attraverso diversi strumenti, per contrastare fenomeni di sovraindebitamento . È stato creato un capitolo di spesa dal nome “Fondo regionale per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni dell’usura, dell’estorsione e del sovraindebitamento e per la solidarietà alle vittime” oltre che dell’usura e delle estorsioni anche del sovranindebitamento.

Lo stanziamento per il 2018 è stato di 300mila euro e nel 2019 di 264mila euro.

 


PUNTO 4
LOTTA AL GIOCO D’AZZARDO

Chiediamo che la Regione Piemonte si doti di una legge che disciplini il gioco d’azzardo, così come disposto nelle linee d’indirizzo della Finanziaria 2014. In particolare tale legge dovrà prevedere un piano integrato socio-sanitario per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d’azzardo patologico, nonché per il trattamento terapeutico ed il recupero sociale dei soggetti affetti da sindrome da GAP, promuovendo la consapevolezza dei rischi correlati al gioco, ancorché lecito, al fine di salvaguardare le fasce più deboli e maggiormente vulnerabili della popolazione e la riduzione dello 0,92% dell’Irap per gli esercizi che provvedono volontariamente alla completa disinstallazione degli apparecchi da gioco.

Il punto 4, da noi proposto per contrastare la diffusione del gioco d’azzardo, ha trovato una risposta normativa attraverso la legge n.9 del 2 maggio 2016.

La norma affronta nel complesso le sfide da noi proposte, inserendo nei vari paragrafi una nuova regolamentazione del fenomeno al fine di tutelare le fasce più deboli e vulnerabili, per ridurre il rischio di dipendenza dal gioco d’azzardo patologico. In scia a questi principi, il Piemonte è stata l’unica regione in Italia ad intervenite sulla collocazione degli apparecchi da gioco già attivi, facendo spegnere e rimuovere quelli già posizionati e impedendo la collocazione di quelli nuovi se vicini a luoghi di ritrovo (scuole, luoghi di culto, ospedali ecc), vietando la pubblicità di apertura di nuove sale da gioco e stabilendo delle sanzioni per chi non rispetta la normativa.

La richiesta relativa alla riduzione dello 0,92% dell’Irap per gli esercizi che provvedono volontariamente alla completa disinstallazione degli apparecchi da gioco è superata dalla norma stessa e dalla sua obbligatorietà per tutti gli esercenti.


PUNTO 5
DISCIPLINA CAVE

Chiediamo che non diventi legge il Disegno di Legge Regionale n. 364 “Misure urgenti di semplificazione delle norme regionali sulle attività estrattive. Modifiche alle leggi regionali in materia di cave e torbiere”. Chiediamo che le LL.RR. 69/1978 e 44/2000, nonché la Deliberazione della Giunta regionale n. 38 – 7264 del 17 marzo 2014 e allegato, vengano riviste: incrementando il ruolo della Regione nella pianificazione del recupero ambientale delle cave dismesse e abbandonate; adeguando le norme vigenti in favore del riutilizzo dei materiali inerti e dei sottoprodotti sulla base dell’innovazione tecnologica; rivedendo il calcolo dei canoni di concessione e degli oneri cauzionali, affinché i risultati finali non vadano solamente a vantaggio degli operatori del settore, ma costituiscano anche la giusta compensazione e tutela per il territorio e le collettività locali; potenziando i poteri di vigilanza degli organi di controllo regionali, a partire dalla definitiva applicazione di norme a compensazione delle abrogazioni derivanti del Decreto legislativo 179/2009 riferite alle norme di Polizia mineraria

Questo punto, inserito per regolamentare le attività estrattive nel nostro territorio, è stato parzialmente accolto.

Nonostante l’approvazione della legge sulla “Disciplina delle attività estrattive: disposizioni in materia di cave”, approvata nel novembre 2016, non tutte le richieste del punto sottoscritto sono state affrontante.

La legge prevede una pianificazione di queste attività, per tutelare il territorio, attraverso il PRAE ( Piano regionale delle attività estrattive). Seppur stabilito per legge, questo piano – di competenza della Giunta – non è ancora stato approvato.

Sono stati invece stabiliti nuovi controlli per verificare e vigilare obblighi e prescrizioni impartite con l’atto di autorizzazione o di concessione. Per farlo, sono stati stabilite collaborazioni con forze di polizia, Arpa e Asl ed inseriti criteri di valutazione ambientale nella concessione di nuove attività estrattive.

Ciò che non è stato fatto, invece, è il capitolo per intervenire sull’aumento degli oneri a carico degli estrattori.


PUNTO 6
LOTTA ALLA CORRUZIONE

Chiediamo che il Consiglio Regionale adotti entro 100 giorni dal suo insediamento la delibera “Trasparenza a costo zero”, che prevede alcuni impegni concreti da realizzare entro 200 giorni dall’approvazione della delibera e cioè la trasparenza economica e amministrativa dell’ente attraverso strumenti digitali, un codice etico stringente per gli amministratori (Carta di Pisa), una “tavola pubblica per la trasparenza”.

Dividendo questa richiesta in 2 capitoli di intervento, solo uno è stato parzialmente accolto, mentre l’altro non è stato tradotto, nonostante l’adesione.

La delibera “Trasparenza a costo zero”, per garantire la trasparenza economica e amministrativa dell’ente attraverso strumenti digitali, non è stata attuata. Seppur il sito della Regione Piemonte contenga dati nel giusto formato, con documenti sensibili, mancano gli strumenti di fruibilità per il cittadino. In sostanza, il portale regionale non risulta essere di facile consultazione, permettendo un monitoraggio degli atti e documenti emanati dalla Pubblica Amministrazione.

La Carta di Pisa, che è un codice etico di comportamento rivolto agli amministratori pubblici, elaborato da Avviso Pubblico, non è stata recepita dal Governo della regione Piemonte


PUNTO 7
LOTTA ALLE POVERTÀ

La povertà oggi è il principale problema del nostro Paese. Chiediamo che, sulla scorta di quanto proposto dalla Campagna Miseria Ladra, la Regione si impegni a farsi osservatore attento e sensibile verso le diseguaglianze e le fragilità che la povertà produce. Nello specifico chiediamo azioni concrete sulla problematiche della casa e della sanità. In particolare sulla casa chiediamo la revisione dei criteri di accesso al fondo sociale regionale e il suo adeguato rifinanziamento, al fine di portare avanti il blocco degli sfratti e di ripensare a un piano per la casa anche in ottica di housing sociale.

Sulla sanità che venga stanziato un fondo aggiuntivo a carattere socio-assistenziale per il contrasto alla povertà e la gratuità completa dei servizi sanitari per le persone a reddito zero.


Sappiamo bene la complessità del tema e la difficile valutazione degli strumenti messi in atto.

Nella piattaforma del 2014 questi punti avevano l’obiettivo di sostenere come, anche per Libera, fossero temi prioritari, convinti che i diritti e la dignità tengano lontane le mafie e la corruzione da un territorio.

Per analizzare il punto 7, abbiamo deciso di dividere la nostra proposta in due categorie: sostegno alla casa e sanità.

Per quanto riguarda l’abitare, il fondo sociale regionale per i morosi è stato progressivamente rafforzato stanziando finanziamenti pari a 7 milioni all’anno per il 2018 e 2019.

I criteri di accesso a questo fondo non sono stati modificati, ma dal 2020 sono previsti, in via sperimentale, in alcuni comuni piemontesi, modalità più flessibili.

Non è stato portato avanti il blocco degli sfratti, ma è stato affrontato, attraverso un protocollo di intesa volto all’organizzazione di tavoli di confronto  tra Regione, ATCt, ANCI Piemonte e sindacati degli inquilini, per stabilire dei piani di rientro ed evitare l’esecutività degli sfratti.

Per quanto riguarda gli interventi in ambito sanitario, la giunta piemontese ha eliminato i ticket sui farmaci, cancellando la quota fissa di compartecipazione farmaceutica a carico dei cittadini, che era in vigore dal 2002.

Inoltre, per le visite specialistiche, è stato abolito il ticket per le fasce più indigenti.


 

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