Bruno Caccia è stato assassinato a Torino, il 26 giugno del 1983. Era un magistrato rigoroso e integerrimo, un grande investigatore. Era un marito, un padre, un uomo normale, ricordano i familiari.
Un servitore dello Stato, assassinato dalla ‘ndrangheta nella nostra città, ormai 40 anni fa.
Per l’omicidio del Procuratore Capo della Repubblica di Torino, unico magistrato nella storia italiana assassinato dalle mafie al nord, non è stata scritta tutta la verità. La giustizia ha individuato il mandante, Domenico Belfiore capo della ‘ndrangheta sotto la Mole e, oltre 30 anni dopo, uno degli esecutori materiali, Rocco Schirripa.
Oltre a quanto è emerso dalle aule di giustizia, esiste una verità storica ancora da ricostruire nella sua interezza e un dovere civico da portare avanti, per non dimenticare la vita, le scelte, gli insegnamenti che ci ha consegnato il magistrato.
Per lungo tempo, la storia di Bruno Caccia è stata dimenticata, anche nella nostra città.
Molto è stato fatto negli ultimi anni, per ricordarlo, ma tanto è ancora possibile fare.
Come Libera, in collaborazione con la famiglia e con le Istituzioni cittadine, abbiamo deciso di dedicare questo spazio virtuale dove raccogliere la storia del Magistrato, gli eventi organizzati per ricordarlo, le attività e i percorsi che portiamo avanti, in suo nome, per fare memoria e testimoniare il nostro impegno.
“Memoria a Caccia di Verità” è il nostro piccolo contributo per ricordare, nel 40esimo anniversario dal suo assassinio, il magistrato Bruno Caccia, assassinato per il rigore con cui ha contrastato mafie, corruzione e malaffare.