lab.gruppoespresso.it/repubblica/2018/daphne-caruana-galizia-project/
www.coe.int/t/DG1/LEGALCOOPERATION/ECONOMICCRIME/default_en.asp
Film
Il delitto Matteotti – Vancini 1973
Un borghese piccolo piccolo – Monicelli 1977
Il portaborse – Lucchetti 1991
In nome del popolo italiano – Dino Risi 1971
Syriana – Stephen Gahan 2005
Gli onorevoli – Corbucci 1963
Bibliografia
La corruzione spuzza. Tutti gli effetti sulla nostra vita quotidiana della malattia che rischia di uccidere l’Italia
di Raffaele Cantone e Francesco Caringella
La radice di questo libro è nella storia professionale dei due autori, Raffaele Cantone e Francesco Caringella, che, impegnati da oltre vent’anni come magistrati penali nell’azione di contrasto alla malattia del secolo, proseguono oggi la loro battaglia dalle postazioni strategiche di presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) e di presidente di Sezione del Consiglio di Stato, istituzioni chiamate a vigilare sulla legittimità e la correttezza degli atti e dei comportamenti delle pubbliche amministrazioni. Punto di partenza della loro riflessione è l’analisi della corruzione del Terzo millennio che, come mostrano le inchieste su «Mafia Capitale» e sul Mose, è diversa dal passato, in quanto si è eretta a sistema pervasivo, tentacolare, spietato.
Potere, mazzette e corruzione, una riflessione di celluloide sulla vicenda “Mani pulite”: Il cinema ed i documentari raccontano il mondo delle tangenti pre e post annus orribilis 1992
di Andrea Di Blasio
Questo lavoro si divide in tre capitoli: nel primo il racconto della storia di mani pulite, i protagonisti, i fatti e le conseguenze che poi ci hanno portato alla formazione della seconda Repubblica. Nel secondo capitolo c’è spazio ai documentari, che in maniera molto dettagliata raccontano quel biennio. Infine la terza parte, nonché spina dorsale della tesi, è dedicata ai film che pur essendo stati girati prima (a parte Il Divo) di questo scandalo, sembra che abbiano letto in un sfera di cristallo, il futuro di una parte della classe politica del nostro paese.
Il sistema della corruzione
di Piercamillo Davigo
Sono trascorsi venticinque anni dall’avvio dell’inchiesta Mani pulite, e ancora oggi le prime pagine dei giornali raccontano quotidianamente di casi di corruzione che coinvolgono i livelli più alti del mondo politico, economico e finanziario italiano. Non è cambiato nulla dal 1992? O sono cambiati solo gli attori, a fronte degli identici meccanismi che regolano efficacemente il malaffare? Uno dei protagonisti della stagione di Tangentopoli, al centro del dibattito giudiziario e politico nel suo ruolo di presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, offre una chiara e lucida analisi del fenomeno tracciando il quadro di un vero e proprio sistema criminale, che non potrà mai essere smantellato con le sole armi della giustizia penale.
Lettera a un figlio su Mani pulite
di Gherardo Colombo
Che cos’è Mani pulite e, soprattutto, qual è oggi la sua eredità? L’ex giudice e sostituto procuratore della Repubblica di Milano Gherardo Colombo racconta gli anni drammatici e carichi di speranza che lo hanno visto tra i protagonisti della più importante inchiesta giudiziaria della recente storia d’Italia. A partire dal 17 febbraio 1992, giorno dell’arresto del presidente del Pio Albergo Trivulzio di Milano, Mario Chiesa, Colombo racconta un’esperienza decisiva per la società italiana rivolgendosi per la prima volta a tutti quei ragazzi allora non ancora nati o ancora troppo giovani per comprendere quella stagione.
Mani pulite. La vera storia
di Gianni Barbacetto, Peter Gomez, Marco Travaglio
“Mani pulite, vent’anni dopo”. Altro che storia passata, questo libro racconta l’Italia dell’illegalità permanente. Un documento storico che rimarrà per sempre sul tradimento della politica. La cronaca di fatti e misfatti parte da Milano, 17 febbraio 1992, arresto di Mario Chiesa, presidente del Pio Albergo Trivulzio: il primo tangentomane che fa tremare l’impero, a due mesi dalle elezioni. Saranno elezioni terremoto, quelle del 1992, stravinte dal partito degli astenuti (17,4 per cento) e dalla Lega nord. Intanto la Prima Repubblica va in galera ed è ancora solo superficie. Falcone e Borsellino trucidati a Palermo (e nel 2012 molti processi ancora aperti sulle stragi). Un anno dopo la corruzione è ormai un fatto nazionale, nessun partito escluso (70 procure al lavoro, 12.000 persone coinvolte per fatti di tangenti, circa 5000 arresti). “L’Italia sta risorgendo”, saluta così l’anno nuovo il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Peccato che sia il 1994, l’anno di Silvio Berlusconi e dell’inizio della restaurazione. Scatta l’operazione Salvaladri, con gli imputati che mettono sotto accusa i magistrati. È il mondo alla rovescia e gli italiani assistono allo spettacolo. Alcuni protestano, molti si abituano e finiscono per crederci. Poi gli anni dell’Ulivo, della Bicamerale e dell’inciucio centro-destra-centrosinistra, che produce una miriade di leggi contro la giustizia. Prefazione di Piercamillo Davigo.
Vent’anni di lotta alle mafie e alla corruzione in Italia
di P. Romani e G. Migneco
Gli anni novanta del XX secolo sono stati particolarmente tragici e difficili per il nostro paese. Lo scoppio di Tangentopoli, il crollo di un sistema politico corrotto, le uccisioni dei giudici Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e degli agenti delle loro scorte. Le bombe fatte scoppiare a Firenze, Milano e Roma. Un vero e proprio attacco frontale allo Stato. Che fare di fronte a questo scenario? Nel 1996, un gruppo di amministratori locali di varie regioni e appartenenze politiche decise di dare vita ad un’associazione per mettere in rete gli enti locali e le Regioni che volevano impegnarsi in progetti di formazione civile contro le mafie. In questo libro, grazie a una serie di autorevoli contributi e di interviste, si racconta non solo la storia di 20 anni di vita di un’associazione, ma anche 20 anni di storia d’Italia.
Anticorruzione
di A. Conz e L. Levita
Il volume analizza, con completezza argomentativa e coerenza sistematica, le molteplici novità sostanziali e processuali introdotte dalla legge n. 69 del 27 maggio 2015, recante disposizioni in materia di delitti contro la pubblica amministrazione, di associazioni di tipo mafioso e di falso in bilancio.
Patologia della corruzione parlamentare
di Piero Calamandrei
“Questo è un argomento che, per trattarlo col dovuto rispetto, bisognerebbe scriverne in latino; in un latino settecentesco da vecchio trattato di medicina, colla descrizione dei sintomi e varietà della malattia, e qualche bella tavola illustrativa: De variis in Parlamento corruptelae modis atque figuris Tractatus”.
Il male italiano. Liberarsi dalla corruzione per cambiare il Paese
di Raffaele Cantone, Gianluca Di Feo
Per troppo tempo gli italiani si sono rassegnati a una rete di malaffare che avvinghia e soffoca tutte le forze del Paese: la politica, l’imprenditoria, gli uffici pubblici. È un sistema paralizzato, che mina le fondamenta della vita civile. Un meccanismo che è diventato insostenibile e va combattuto introducendo nella società gli anticorpi capaci di restituire ai cittadini la fiducia in un futuro senza mazzette né intrallazzi, dove i meriti e le capacità riescano ad affermarsi. In questo libro – appositamente aggiornato per questa edizione dopo un anno di lotta sul campo al malaffare – il presidente dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantone e il giornalista Gianluca Di Feo si confrontano sui problemi chiave del nostro Paese, ripercorrono vicende simbolo come quelle del Mose di Venezia, dell’Expo di Milano e di Mafia Capitale, e indicano le azioni da intraprendere per estirpare la corruzione. Perché, finalmente, oggi abbiamo gli strumenti per dar vita a quella rivoluzione culturale indispensabile per far ripartire il Paese e cambiare davvero le cose. A patto di essere disposti a cambiare noi per primi.
Qualunque cosa succeda
di Umberto Ambrosoli
Questa è la storia di Giorgio Ambrosoli, per cinque anni commissario liquidatore della Banca Privata di Michele Sindona, ucciso a Milano da un killer la notte tra l’11 e il 12 luglio 1979. La racconta a trent’anni di distanza il figlio Umberto, che ai tempi era bambino, sulla base di ricordi personali, familiari, di amici e collaboratori e attraverso le agende del padre, le carte processuali e alcuni filmati dell’archivio RAl. Sullo sfondo, la storia d’Italia in quel drammatico periodo. Nell’indagare gli snodi di un sistema politico-finanziario corrotto e letale, Ambrosoli agiva in una situazione di isolamento, difficoltà e rischio di cui era ben consapevole. Aveva scritto alla moglie: “Pagherò a caro prezzo l’incarico: lo sapevo prima di accettarlo e quindi non mi lamento affatto perché per me è stata un’occasione unica di fare qualcosa per il Paese […] Qualunque cosa succeda, comunque, tu sai cosa devi fare e sono certo saprai fare benissimo”. Il racconto illumina il carattere esemplare delle scelte di Giorgio Ambrosoli, la sua coerenza agli ideali di libertà e responsabilità e, insieme, sottolinea il valore positivo di una storia ancora straordinariamente attuale. Con la prefazione di Carlo Azeglio Ciampi.
Corruzione. Un testimone racconta il sistema del malaffare
di Piergiorgio Baita e Serena Uccello
Piergiorgio Baita è stato a lungo protagonista di un settore strategico quale la costruzione delle grandi opere. Nel libro ricostruisce come in questo settore si sono codificate, strutturate, e da qui diffuse a tutti i comparti dell’economia, le regole dell’illecito. Come cattivo mercato e cattiva politica si sono contaminati e reciprocamente legittimati. Come si è saldato il sodalizio criminale tra imprenditoria incapace e pubblica amministrazione incompetente. La sua è la riflessione di chi la corruzione l’ha vissuta in prima persona e per questo ha conosciuto, da Tangentopoli allo scandalo Mose, l’azione giudiziaria, il carcere, i processi. Alla luce di ciò ha maturato il convincimento che “la corruzione è certo un reato ma è anche un modello mentale, una stortura culturale”. E se il contrasto e la punizione del reato sono compito della magistratura, il sovvertimento del sistema compete all’intera società. Per necessità etica, senza dubbio, ma soprattutto, afferma Baita, per convenienza economica.