Riportiamo la lettera inviata all’indirizzo di posta pensaallasalute@liberapiemonte.it, casella aperta per raccogliere segnalazioni sulle difficoltà dei piemontesi all’accesso alla cura nel periodo Covid-19. Abbiamo avuto l’autorizzazione alla pubblicazione dallo scrivente e abbiamo omesso dati sensibili per garantirne l’anonimato.

 

Siamo una famiglia di X persone di S. che a fine ottobre 2020 ci siamo ritrovati tutti positivi al Covid, fortunatamente con sintomi non da ricovero ospedaliero (perdita del gusto e olfatto, malessere, ecc.). Di colpo ci siamo ritrovati tutti in casa ognuno con le sue ansie e paure, soprattutto sentendo gli allarmanti dati che quotidianamente la TV diffondeva. Ci siamo scontrati fin da subito con la fatica di programmare i tamponi, di avere notizie e informazioni dai servizi sanitari, di rintracciare un operatore che rispondesse al telefono per sollevarci un po’ dalle nostre angosce. Sono stati giorni intensi, ogni tanto qualcuno in casa “dava un po’ di matto”, soprattutto abbiamo patito la confusione del sistema sanitario da cui, pur riconoscendo il momento storico molto complicato, ci saremmo aspettati un servizio migliore e più efficiente. Abbiamo passato giornate intere a cercare un numero telefonico che potesse darci notizie certe e precise. Dobbiamo dire che dopo i primi 10/15 giorni l’organizzazione è migliorata ed è stato più semplice trovare le informazioni che cercavamo. Quello che ci ha maggiormente disorientati è stato:

– NON TROVARE NESSUNO OPERATORE CHE RISPONDESSE AI NUMERI DEL SISP . ABBIAMO TENUTO IL TELEFONO IN VIVA VOCE PER ORE SPERANDO CHE QUALCUNO AVESSE LA CORTESIA DI RISPONDERE E DARCI INFORMAZIONI

– LA DIFFICOLTA’ DEI MEDICI DI FAMIGLIA DI DARE INFORMAZIONI PRECISE E VELOCI PER SAPERE COME COMPORTARCI

– LA CODA ESAGERATA PER FARE IL TAMPONE ALL’HOTSPOT DI C.
SIAMO PARTITI DI CASA ALLE 3 DI NOTTE PER NON RISCHIARE DI ESSERE FUORI DAI TAMPONI DEL GIORNO (SIAMO ARRIVATI A C. ALLE 3.30 E AVEVAMO GIA’ 10 MACCHINE DAVANTI A NOI)

– LA MANCANZA DI UN’INFORMAZIONE UNICA PRECISA E CHIARA PERCHE’ QUANDO UN CITTADINO SI RITROVA POSITIVO GLI CADE IL MONDO ADDOSSO E HA BISOGNO DI RISPOSTE IMMEDIATE CERTE E PRECISE

Per fortuna da dicembre tutti siamo liberi di rientrare al lavoro e riprendere le nostre attività ordinarie.

Cosa raccogliamo da questa esperienza? Raccogliamo un “grazie” per chi ci chiamava facendoci sentire parte di una comunità, di chi ci faceva la spesa, di chi si prendeva cura dei genitori anziani. Raccogliamo anche un “tempo prezioso” che abbiamo potuto dedicarci in famiglia tutti insieme, pur se distanziati nei diversi ambienti casalinghi, mangiavamo in tavoli separati e dormivamo in stanze diverse. Raccogliamo poi “la delusione” per qualche comportamento ricevuto che ci ha fatti sentire degli untori e dei contaminati, cogliamo “la buona sorte” che non ha portato nessuno di noi in ospedale anche se stare in casa rinchiusi ci ha fatto sentire dei “carcerati in attesa di giudizio”, e in ultimo abbiamo trovato “la comprensione” dei nostri datori di lavoro e di chi si aspettava da noi disponibilità totale. Credo che nulla nella vita viene per caso, anche questa situazione ci ha dato degli insegnamenti. Ci ha fatto capire ancora una volta che in questi momenti quello che veramente conta sono le RELAZIONI con gli altri, gli amici, i vicini di casa, i parenti, i genitori, i figli, il nostro partner e anche con Dio. Non si può essere felici senza avere relazioni, non siamo fatti per stare da soli, ma troviamo la felicità solo se la sappiamo condividere.

GRAZIE A CHI HA PENSATO LA CAMPAGNA “PENSA ALLA SALUTE!” SPERIAMO CHE PORTI I FRUTTI SPERATI E CHE IL CITTADINO COMUNE POSSA TORNARE A FIDARSI TOTALMENTE DELLE ISTITUZIONI.