Approvato il bilancio regionale

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E’ stato finalmente approvato il bilancio regionale di previsione 2008.
Abbiamo intervistato il consigliere Mariano Turigliatto per approfondire con lui alcuni aspetti e riflessioni che il provvedimento ha evidenziato.
Non per essere venali, ma la prima domanda è tutta per Libera: è stato varato il finanziamento della legge regionale 14/2007?
Sono stati stanziati 250.000 euro per tutto il 2008, mentre non sono state fatte previsioni per il 2009 ed il 2010.
22 sedute di consiglio per approvare il bilancio, non sono un pò troppe?
Si tratta effettivamente di un documento che avremmo dovuto licenziare a fine 2007, ma è arrivato in Commissione Bilancio solo il 5 dicembre 2007 e ci è rimasto fino al 16 aprile 2008 a causa dell’ostruzionismo dell’opposizione. Sono stati quattro mesi di battaglie, non di merito, ma tese evidentemente a non farlo approvare.

Per quali motivi?
Due in particolare: il primo squisitamente politico, perchè
certamente il ritardo nell’approvazione non giova a chi governa; il
secondo legato ad alcune spese dedicate a quei territori da cui
provengono alcuni consiglieri dell’opposizione. Pensavamo che una volta
arrivato in consiglio, l’approvazione sarebbe stata più rapida, ed
invece ci sono voluti 17 giorni.
In assenza di bilancio, si bloccano le spese. Non tutte, però…

Effettivamente, quelle urgenti proseguono com’è giusto che sia; il
problema è che anche gli emolumenti dei consiglieri rientrano nel
novero di queste spese "urgenti"; i consiglieri di maggioranza hanno
così proposto una legge, poi approvata, che non li considera più tali.
Non è il caso di provvedere, anche alla revisione del regolamento dell’aula?

La realtà è che così com’è, il nostro regolamento permetterebbe, per
assurdo, di non giungere mai all’approvazione del bilancio. Stiamo
lavorando per porre rimedio e ci vuole l’impegno di tutti. La
democrazia è fatta di tempi per discutere, di tempi per dare battaglia
e negoziare e di tempi per prendere le decisioni. Se saltano questi
tempi, qualsiasi sia il motivo, la democrazia si ammala.