Ebbene sì. La cascina di San Sebastiano, confiscata ai Belfiore e da noi simbolicamente occupata per un mese lo scorso maggio, sarà affidata alla nostra gestione, per il progetto di riutilizzo. Dopo che ACF (che avrebbe dovuto insediarsi con una comunità famiglia) ha fatto un passo indietro, la palla è tornata a noi. L’ambizione è quella di creare una struttura, i cui lavori saranno ultimati entro un mese, con molteplici funzioni: quella di residenzialità, per alcune persone che ci scommetteranno qualche anno di vita; quella di accoglienza e ospitalità di gruppi (presidi, classi, gruppi organizzati); quella di sede per associazioni locali; quella di accoglienza per ragazzi in difficoltà (tipo CasaAcmos). E poi mille altre idee, prospettive e proposte, che cercheremo di concretizzare nei prossimi mesi, ben sapendo che sarà lavoro lungo e complesso, soprattutto in un territorio che ha visto con una certa diffidenza la cacciata dei Belfiore e l’arrivo di Libera e del Gruppo Abele.
Protagonista di questa avventura, almeno in prima battuta, una squadra eterogenea e particolare, i cui compiti si stanno definendo in queste settimane: Anastasia e il suo fidanzato Davide, Roberto (del Meetup, l’ombra di Pino nel mese in Calabria) e la sua fidanzata Federica, Tito da Strambino, Lele da Vercelli, Anna Cascini, Alberto da Chieri, Zummone, Dade e Tabbia.
Non sfuggirà a nessuno la portata dal progetto, nè la soddisfazione per essere di nuovo in gioco. Per sostituire, come dice Luigi, "il potere dei segni, ai segni del potere".
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