Gattopardi partenopei

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In Campania si prepara la successione per Don Antonio, alias Bassolino, governatore della regione. Come nelle migliori farse alla napoletana, i colpi di scena assurdi e grotteschi non mancano. Il PDL, probabilmente per dimostrare che il problema degli inquisiti e del conflitto di interessi non vale solo per il Premier, vuole candidare Nicola Cosentino: sottosegretario all’Economia, indicato da 6 pentiti come il tramite tra la politica campana e i Casalesi. La procura di Napoli ha chiesto il suo arresto, la giunta per le autorizzazioni di Montecitorio ha detto no alla richiesta; ora l”ultima parola su Cosentino spetta alla Camera, che si pronuncerà entro metà dicembre. Intanto Cosentino riceve il supporto quasi unanime del centrodestra, in primis da Berlusconi (ma si sa, le affinità elettive non mancano…) e lo stop di Fini, che l’ha definito incandidabile.

Dall’altra parte, tanto per cambiare, si brancola nel buio. Qualche settimana fa, il centrosinistra ha provato senza successo, con uno sforzo congiunto di PD e sinistra radicale, a candidare Roberto Saviano: il quale ha cortesemente rifiutato, volendo rimanere super partes, in quanto giornalista e scrittore.

Abbiamo rischiato la sfida tra il presunto mafioso e il giornalista anticamorra con la scorta… Nemmeno De Filippo avrebbe immaginato tanto! Insomma, parafrasando un motto di qualche decennio fa, in Campania, grande è il disordine sotto il cielo, la situazione NON è eccellente.

Ma proprio per niente. Anche perchè rischiamo di sostituire questi nomi con la Carfagna a destra e qualche pupillo dell’ineffabile De Mita a sinistra.

La questione dell’etica pubblica e della politica trasparente, ancora una volta fanno capolino nel dibattito pubblico, mostrando nuovamente le crepe di un sistema, che un quarto di secolo dopo la questione morale berlingueriana e quindici anni dopo Tangentopoli, sembra sempre lo stesso.

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