La Valle D’Aosta per Cascina Caccia

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Quando il 17 maggio 2007 i primi ragazzi di Libera hanno potuto accedere al casolare di via Serra Alta 6, a San Sebastiano da Po, non avrebbero mai potuto immaginare quanta strada avrebbe fatto in soli 3 anni quel luogo. Vandalizzato dagli ultimi abitanti della casa, era un luogo dalle potenzialità illimitate, ma con un lavoro di fronte difficilmente quantificabile. Quel bene, appartenuto alla famiglia Belfiore, è oggi un luogo dove l’antimafia, e la civiltà da essa generata, si può toccare con mano. Dedicata a Bruno Caccia, procuratore torinese vittima di mafia e alla moglie  Carla, ha subito in pochi anni una metamorfosi impressionante. Da rudere a luogo stupendo, capace di ospitare momenti culturali, generare incontro e riflessione, fare memoria, ma anche produrre valore economico. Cascina Caccia è tutto questo e in soli tre anni. Merito di Acmos, del Gruppo Abele e di Libera, dei comunitari che quella casa la vivono, dei gruppi che passano brevi periodi per sporcarsi le mani e rendere sempre più bello quel cascinale. Da ieri, il progetto di Cascina Caccia ha aggiunto un nuovo e importante tassello. Con il contributo della Regione Valle d’Aosta, pari a 200mila euro, i fienili potranno finalmente essere ristruttutari, con l’obiettivo di accogliere gruppi di ragazzi in difficoltà per attività legate all’ecologia, all’orticoltura e all’allevamento.  Una notizia stupenda che evidenzia la sensibilità della regione Valle d’Aosta sulla tematica del riutilizzo sociale degli immobili confiscati alle mafie.

Maria José Fava, responsabile dei Territori per Libera Piemonte, sottolinea la valenza dell’iniziativa del governo valdostano: ” La scelta della Valle d’Aosta, di contribuire al riutilizzo di un bene confiscato fuori dai suoi confini, testimonia in modo chiaro come il fenomeno delle mafie e la sua lotta riguardi tutto il nostro Paese e non solo le realtà che ne conoscono le espressioni più violente e militari –  e aggiunge-  Speriamo, inoltre, che questo protocollo, come la legge che istituisce il 21 marzo giornata regionale, votata alcuni giorni fa dalla Vda in collaborazione con Libera, sia per questa regione uno sprone ad essere sempre più attiva e attenta ai fenomeni sul proprio territorio, fenomeni che sappiamo svilupparsi  in aree ricche e tradizionalmente ed erroneamente considerate immuni ai fenomeni mafiosi”.