L'acqua non si vende: oltre il milione!

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1.401.492 firme. È questo il risultato raggiunto dalla campagna referendaria “L’acqua non si vende”. Nessun referendum nella storia del nostro paese aveva mai raccolto così tante firme. Ieri mattina il comitato promotore le ha depositate in Cassazione dentro a 525 scatoloni di cartone, simbolo del lavoro capillare e trasversale portato avanti dal movimento per l’acqua pubblica.

In Piemonte sono state 98.541 le firme raccolte grazie al lavoro e all’impegno di tantissime realtà che hanno portato il messaggio della campagna in giro per la regione. Tra queste anche Libera e Acmos: “Non c’è legalità senza la tutela dei diritti fondamentali tra cui quello dell’acqua pubblica – avverte Davide Mattiello, ufficio di presidenza nazionale Libera – La mercificazione di questi diritti e la privatizzazione non solo dell’acqua in se, ma anche dell’accesso stesso a questa risorsa, sono segnali allarmanti che bisogna fermare senza se e senza ma”

Ma c’è un secondo motivo che preoccupa Libera: “La storia della mafia italiana ci ha insegnato che uno dei primi affari della mafia siciliana è stato proprio quello della gestione dell’accesso all’acqua. Quando si privatizza una risorsa del genere, c’è il rischio che i poteri forti di questo paese se ne approfittino”.

Il decreto Ronchi si inserisce però in un contesto che travalica i confini nazionali e che fa parte di un processo più ampio di vero e proprio attacco alla categoria stessa di bene comune.

“E’ un processo iniziato quindici anni con la creazione del Wto e l’inizio di politiche che privatizzavano i servizi e i beni fondamentali – specifica Mattiello – Il prezzo di queste politiche è stato pagato sempre dai più poveri. Noi siamo figli della battaglia di Seattle e di Porto Alegre e combattiamo la battaglia per l’acqua perchè è la bandiera di questa lotta globale”.

Una tematica che è riuscita ad unire una grande fetta di paese uscendo fuori dai salotti politici e rioccupando le strade e le piazze delle città italiane.

A Torino, l’associazione Acmos, che da nove anni traduce questo messaggio concretamente nella sua comunità principale attraverso la riduzione dei consumi e degli sprechi, si è impegnata insieme a Torino Sistema Solare per raccogliere le firme nei luoghi della movida. Un lavoro costante e notturno che ha visto l’alleanza tra locali, djs e artisti in difesa dell’acqua pubblica

“Il lavoro che ci ha visto protagonisti insieme a Torino Sistema Solare è la testimonianza che esiste una coscienza popolare diffusa sull’importanza di questa battaglia così come esiste su un altro grande bene comune: la politica. Al di là delle divisioni, siamo prima di tutto cittadini e persone. E nel momento in cui ci troviamo ad affrontare i problemi che ci colpiscono come persone, ci ritroviamo a fare politica assieme al di là delle differenze”.