da Sidi Bouziz: D. Mattiello, D. Ziveri, C. Nasi
Si è ufficialmente chiusa ieri la campagna elettorale in Tunisia e si è cominciato a votare all’estero. Qui a Sidi Bouziz, dal caffè “Dei Patrioti” da dove scriviamo, è cominciato il giorno dell’attesa, il giorno delle possibilità. Si prevede un alto asso di astensione, nonostante l’effervescenza della partecipazione popolare che ha animato l’Intifada dello scorso inverno. Rivoluzione non è un termine performativo, non è sufficiente pronunciarlo e reiterarlo sui media per farne una realtà. Molti sono convinti che nulla sia cambiato, nella migliore tradizione gattopardiana. Di certo residui del vecchio sistema sono ancora in circolazione, mentre i settori marginali della società rimangono fuori dalla scena. Di certo molti temi, dal ruolo della donna, molto sentito nella moderna Tunisi, alla riforma agraria per la redistribuzione delle terre statali, tema più caldo nelle province dell’interno, sono ora in agenda. Ma la mancanza di un progetto politico rivoluzionario dimostra che non c’è ad oggi una ricetta pronta e vincente. Per questo motivo le elezioni di domani sono un parto importante, generatore di quei soggetti politici castrati dall’invadenza della famiglia di Ben Alì, oggi frammentati nell’espressione di troppi diversi partiti che verosimilmente non supereranno lo sbarramento. La partecipazione non è una garanzia, ma un processo e domani i tunisini faranno un passo importante. Noi ci prepariamo approfondendo il processo elettorale per giocare al meglio il nostro ruolo di osservatori indipendenti quando domani mattina all’alba si apriranno i seggi. Stay tuned…