Se il fronte civile cede al denaro

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 di Toni Castellano

Natale si avvicina e, come d’abitudine, i regali viaggiano. Solo ieri nell’ufficio del vicesindaco di Torino Tom Dealessandri e del sindaco Piero Fassino è arrivata una busta con un’offerta di un milione di euro. Mittente l’acciaieria ThyssenKrupp.

Un milione di euro in cambio della rinuncia da parte del Comune di Torino a costituirsi parte civile nel processo di appello per il rogo in cui persero la vita, quattro anni fa, sette operai; questo il bigliettino con gli auguri, allegato al dono.

Al Comune di Casale Monferrato, alcuni giorni prima e con la stessa richiesta, il miliardario svizzero Stephan Schmidheiny, ne ha offerti 18,3 di milioni.

Schmidheiny era il proprietario, insieme al suo socio belga Jean Louis Marie Ghislain De Cartier, della Eternit, l’azienda che a Casale Monferrato produceva materiali per l’edilizia in fibrocemento, una miscela di cemento e amianto pensata per durare un’eternità, appunto. Schmidheiny e De Cartier sono accusati, solo nel processo civile, di disastro doloso ambientale e rimozione volontaria di cautele. Dal 1947 a oggi sono morte a Casale circa 1800 persone a causa del mesotelioma provocato dalla respirazione dell’amianto. La fabbrica è stata aperta dal 1907 al 1986 e il tempo di latenza di questo tipo di tumore è tra i 20 e i 45 anni: alcuni studi sostengono che il picco di mortalità debba ancora arrivare.

L’obiettivo delle offerte dei legali di Thyssen e Schmidheiny è chiaramente quello di creare una breccia nel fronte – fino ad oggi unito – delle parti civili, sperando di ottenere condanne più leggere.

Esiste un precedente: il Comune di Cavagnolo Torinese – dove era operativo un altro stabilimento Eternit – ha accettato, lo scorso giugno, l’offerta arrivata dai legali di Schmidheiny, per ritirarsi come parte civile dal processo per la strage dell’amianto. Un assegno da due milioni di euro. A Cavagnolo sono 106 i morti per mesotelioma e 56 i malati.

 

Nella notte tra il 16 e il 17 dicembre il sindaco pidiellino di Casale, Giorgio Demezzi, ha riunito il consiglio comunale per decidere se accettare la proposta di Schmidheiny. I 18 consiglieri di maggioranza hanno votato sì, sostenendo che il risarcimento potrà essere impiegato per rilanciare un Comune, che negli ultimi quarant’anni ha visto scendere la propria curva demografica di circa 8000 abitanti, e far ripartire lavoro, economia e ricerche sul mesotelioma.

Il sindaco ha motivato la delibera (non definitiva) dell’accettazione dell’offerta davanti ai cittadini che rappresenta e all’opinione pubblica nazionale, nella puntata de L’Infedele del 19 dicembre, dicendo che “il Comune si era costituito parte civile per avere un risarcimento dei danni subiti in questi anni. Questi danni sono stati quantificati in 9 milioni, dopodiché ne sono stati aggiunti altri 21 perché si è pensato potesse essercene necessità. 30 milioni sono quello che poteva chiedere il Comune per i danni subiti” e ha concluso “Abbiamo chiesto 30 milioni a due imputati: uno solo ne ha offerti 18, già più della metà”.

A questo quadro vanno aggiunte, per correttezza, alcune informazioni necessarie a comprendere la vicenda. Il patrimonio stimato della famiglia Schmidheiny ammonta a circa 3 miliardi di dollari.

In Italia esiste una legge che prevede che i danni ambientali vengano bonificati con fondi regionali, questo vuol dire che il risarcimento accettato da Casale non servirà per alcuna bonifica. Il comune di Casale Monferrato non ha buchi di bilancio: è economicamente virtuoso. Il sindaco Demezzi ha già annunciato che quello in corso sarà il suo ultimo mandato da amministratore.

 

Mentre Demezzi vive il “travaglio” della scelta tra la giustizia povera e lenta e i soldi certi in tempo di crisi, prima di rendere operativa la delibera, dal gabinetto del sindaco Fassino fanno sapere che non è stata presa una decisione, anche perché il sindaco ha intenzione di confrontarsi prima con le famiglie dei sette operai morti nel 2007 alla Thyssen. Torino, ha ricordato l’ex sindaco Chiamparino, si era dichiarata parte civile per stare accanto ai parenti dei morti.

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