Libera Piemonte: bilancio di missione

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ANNO SOCIALE 2017-2018

Dopo tanti anni di bilancio sociale, quest’anno scegliamo di scrivere un bilancio della “missione” di Libera in Piemonte, con pochi numeri e ponendoci le due domande fondamentali, che non dobbiamo mai dimenticare:
qual è la nostra missione? Abbiamo fatto passi avanti nel raggiungimento degli obiettivi della nostra missione?
La nostra missione è sintetizzata nel nome dell’associazione: contribuire a liberare il paese, e non solo, dalle mafie.
Può sembrare irraggiungibile, pazzo, presuntuoso, irreale, ma credo sia fondamentale dirselo, ridirselo e soprattutto crederci.

 

Non basta scrivere sulle magliette e dire ai convegni che “le mafie sono un fenomeno umano” dobbiamo essere convinti che avranno una fine ed agire di conseguenza.

 

Ogni evento che organizziamo, laboratorio che animiamo, incontro che proponiamo, deve avere come obiettivo il compiere un passo avanti nella sconfitta delle mafie e della corruzione, della cultura mafiosa e corruttiva in questo paese.

 

Ogni parola che pronunciamo deve raggiungere almeno una persona in più, ogni attività deve coinvolgere un cittadino in più, perché sappiamo di essere gocce, ma sappiamo che il mare è fatto da tante gocce.

 

Quali passi avanti in questo anno sociale di impegno e di rete?
Sicuramente ancora pochi rispetto all’obiettivo da raggiungere ma tanti e miracolosi grazie ai numerosi volontari di presidi e coordinamenti che ogni giorno si spendono con impegno e motivazione, con sacrificio e a volte difficoltà, perchè anche in Libera, ci sono momenti di stanchezza, di demotivazione o di solitudine.
Io ci tengo a ringraziarli tutti, in particolare quelli che nonostante le difficoltà non si arrendono, mettendo in atto nuove strategie aggregative e motivazionali.

 

Siamo pezzi di un grande puzzle, di forme e dimensioni diverse, e ogni pezzo è indispensabile.

 

Ogni pagina di questo bilancio, scritto a tante mani, racconterà i piccoli e grandi passi avanti: un bene confiscato che continua ad essere riutilizzato, una classe in più nella quale si svolgono dei percorsi, un presidio che nasce e un presidio che nonostante le difficoltà cerca di continuare le sue attività, il sostegno ad una legge regionale che contrasta il gioco d’azzardo, un muro di mattonelle che parla di legalità, un torneo di calcio con ragazzi della giustizia minorile, un viaggio per ricordare, con la famiglia, una vittima innocente delle mafie.

Ogni  bilancio deve anche  essere verifica e rilancio per il futuro.

In questo anno sociale, attraverso la campagna Libera Idee, abbiamo indagato la percezione del fenomeno mafie e corruzione somministrando oltre 2100 questionari, realizzati in collaborazione con il gruppo Arco dell’Università di Torino coordinato dal prof. Rocco Sciarrone, a giovani e adulti piemontesi.
I dati, che presenteremo a settembre 2018, confermano una convinzione che abbiamo da tanto tempo: il fenomeno mafioso e corruttivo è ancora fortemente sottovalutato e poco conosciuto. La mafia è presente ma marginale e non socialmente pericolosa per il 70%, e porta via il lavoro solo per il 2%, dei piemontesi.

 

A confermare questa percezione, a nostro parere lontana dalla realtà, l’operazione contro la ‘ndrangheta della DDA di Torino, denominata Barbarossa, del maggio 2018 che coinvolge 26 persone rinviate a giudizio che operavano nella bella e sana provincia piemontese.
L’operazione racconta, tra gli altri reati, di estorsioni, che in alcuni casi sembrano “pagamento di servizi”, mancanza di denunce, omicidi, gestione di quattro squadre di calcio.
La reazione del territorio e delle istituzioni è stata di totale sorpresa.
Nonostante l’omicidio del procuratore Bruno Caccia, lo scioglimento del Comune di Bardonecchia, nonostante dal 2011 le operazioni o i processi o le sentenze Minotauro, Albachiara, Colpo di coda, Esilio, San Michele, Big bang 1 e 2, Helving, Hunters, Pinocchio, Alto Piemonte, Alchemia, Panamarea e infine Barbarossa.

 

Senza allarmismi, ma con senso di realtà.

Il lavoro da fare è ancora tanto.

 

La priorità per il prossimo anno sociale continuerà ad essere, ma cercheremo di farlo con più impegno e incisività, la sensibilizzazione e il coinvolgimento dei settori economici, professionali e imprenditoriali del nostro territorio sperando che si possano costruire delle collaborazioni che, superando alcune ritrosie e sottovalutazioni, ci facciano fare un passo avanti per raggiungere un obiettivo che non deve essere solo nostro… altrimenti le mafie non le sconfiggeremo mai e sarà inutile ricordare ogni 23 maggio Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rocco Di Cillo, Vito Schifano e Antonio Montinaro.

 

Dedichiamo questo bilancio di missione a Daniele, che ci ha lasciato troppo presto.
Da quel tragico 6 gennaio il suo sogno e  il suo impegno per un mondo più accogliente e giusto sono nostra responsabilità.

 

Maria Josè Fava
Referente di Libera in Piemonte

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