Sarebbe facile suggerire o evocare film apocalittici, che parlano di misteriosi virus, carestie o scenari post nucleari da quarantena, ma siccome non ci interessa, proviamo a elencare qualche film da reperire su internet, per chi volesse avere degli stimoli sulle tematiche a noi care, in questi giorni di clausura forzata.
L’ultimo da citare in ordine di tempo, forse, è “Il traditore” di Marco Bellocchio (2019), con uno strepitoso Pierfrancesco Favino nei panni di Tommaso Buscetta (1928-2000), il più celebre collaboratore di giustizia del ‘900 probabilmente. Si rievocano la sua storia, dall’arresto in Brasile fino alla morte, passando per il rapporto con Giovanni Falcone e i suoi ultimi anni negli Usa, sotto programma di protezione, il tutto con una lente deformante grottesca.
Forse c’è pure il tempo di recuperare “La mafia uccide solo d’estate – serie” (due stagioni), realizzato da L. Ribuoli, in collaborazione con Pif, e ispirato all’omonima serie. A questo proposito anche la serie “Il cacciatore”, di cui la Rai ha appena trasmesso la seconda stagione, ispirata alla vicenda del magistrato Alfonso Sabella, che si occupato di caccia ai latitanti di Cosa Nostra, nel periodo immediatamente successivo alle stragi del 1992.
Rispetto alla ‘Ndrangheta, alcuni titoli piuttosto recenti da citare: “Lea”, di M. T. Giordana, che racconta la storia vera di Lea Garofalo, testimone di giustizia, dopo aver lasciato e denunciato il compagno Carlo Cosco, sequestrata, torturata e uccisa a due passi da Milano, nel 2009. “Anime nere” (2014), di F. Munzi, che narra la vicenda immaginaria di tre fratelli calabresi, due implicati in questioni di ‘Ndrangheta e il terzo dedito all’allevamento e all’agricoltura: il figlio di quest’ultimo, adolescente, volendo seguire le orme degli zii, trascinerà la famiglia in una spirale di sangue. Poi da citare il misconosciuto “La terra dei santi” (2015), di F. Muraca, storia di donne di ‘Ndrangheta e di figli, legami di sangue e patria potestà. A questo proposito, va citato “Liberi di scegliere” (2019), di G. Campiotti, che si ispira alle vicende di questi ultimi anni che girano intorno al Tribunale dei minori di Reggio Calabria e ai minori figli di ndranghetisti tolti alle famiglie, per cercare di offrire loro un futuro diverso.
Sul fronte Camorra, “La paranza dei bambini” (2019), di C. Giovannesi, tratto dall’omonimo romanzo di Roberto Saviano, incentrato sulle baby gang napoletane ai giorni nostri. Sarebbe facile citare l’arcinota serie “Gomorra”, ci limitiamo a suggerire due film forse meno conosciuti, per restare in argomento: “Una vita tranquilla” (2010) di C. Cupellini, storia di un ristoratore italiano in Germania che, quindici anni dopo la sua fuga per un fatto criminale, si vede comparire il figlio nel suo albergo, sconvolgendo la sua apparente esistenza normale. E poi “Perez” (2014) di E. De Angelis, che racconta la vicenda dell’avvocato Demetrio Perez, difensore di criminali da quattro soldi, che si ritrova ad assistere un boss della Camorra pentito, mentre la figlia diciottenne è innamorata di un piccolo malavitoso locale.
Con uno sguardo laterale, va citato il bell’esordio dei gemelli D’Innocenzo, “La terra dell’abbastanza” (2018), dove due giovani ragazzi delle periferie romane finiscono inghiottiti da un giro criminale spietato, cui aspiravano di far parte.
Speriamo che bastino, per questi giorni di quarantena: buona visione!