Bilancio di Missione: 2019-2020

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Invitandovi a leggere il Bilancio di Missione 2019-2020 della rete di Libera in Piemonte, vi proponiamo l’introduzione scritta da Maria Josè Fava, referente regionale.

Un anno che dedichiamo alle famiglie che hanno perso i loro cari a causa del Covid-19.

 

 

In molti ci siamo emozionati vedendo le immagini dell’acqua che sgorga dal terreno di Cascina Arzilla, bene confiscato a Volvera, nel quale abbiamo iniziato la parte più continuativa delle attività il 2 giugno del 2010.

Perché emozionarsi?
In fondo ci sono voluti 10 anni per riuscire a fare un pozzo, in fondo è solo un pozzo.
Ma quel pozzo rappresenta tanto del nostro percorso, del nostro cammino, della scelta di non arrendersi, della perseveranza, del continuare a impegnarsi e sognare.
È un pozzo costruito appena il lockdown lo ha permesso.
È un pozzo costruito dopo tanti anni di attività, che abbiamo comunque deciso di portare avanti,
superando problemi logistici e organizzativi.
È un pozzo costruito grazie alla tanta resilienza che ci contraddistingue.
È solo un pozzo, ma avremmo potuto arrenderci anni fa. E oggi quel pozzo non ci sarebbe.
Libera quest’anno compie 25 anni, 25 anni di impegno, perseveranza, percorsi, volti, rete, risultati raggiungi e risultati non raggiunti.
25 anni nel quale si sarebbe potuto fare di più, 25 anni nei quali mafie e corruzione hanno mutato forma ma non sostanza. In alcuni territori del nostro paese sono più deboli, mentre in altri sono molto più forti trovando terreno fertile per penetrare, grazie alla cultura delle scorciatoie illegali e alla mancanza del bene comune. E, nostro malgrado, anche pezzi della cosiddetta “antimafia” ne
sono stati protagonisti negativi.
25 anni trascorsi in un’esperienza di impegno collettivo che ha coinvolto il nostro intero paese. Ci siamo mossi, nella nostra azione quotidiana, nella precisa volontà di costruire una cultura diversa, opposta a quella mafiosa e corruttiva.

Per farlo abbiamo denunciato, abbiamo contribuito al riutilizzato dei beni confiscati, abbiamo preso parte ai processi, abbiamo compreso le dinamiche, abbiamo accompagnato chi ha scelto di abbandonare famiglie mafiose, abbiamo sensibilizzato, informato e sollecitato la politica, abbiamo lottato per estirpare dal nostro paese mafie e corruzioni, per contribuire a creare un’Italia finalmente
libera.

Ci siamo riusciti?
Non ancora.
Per onorare la memoria delle vittime innocenti delle mafie è doveroso rispondere NON ANCORA.
Questa nostra risposta non è certo una resa, ma la consapevolezza di poterlo fare solo attraverso un impegno comune e sinergico.
Continueremo a celebrare il 21 marzo, Giornata delle memoria e dell’impegno in ricordo di tutte le vittime innocenti delle mafie, nella consapevolezza di poter trasformare quel “non ancora” in “finalmente”. Solo con questo spirito di
impegno renderemo veramente onore al sacrificio di queste vittime.

 

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