La morte non deve cancellare la giustizia

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La morte impone rispetto, di chiunque sia, ma all’indomani della celebrazione torinese della “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”, alla quale ha partecipato anche la famiglia Damiano, non possiamo non esprimere la nostra contrarietà leggendo alcuni articoli che parlando della morte di Chiruzzi, dimenticano o affrontano con brevissimi passaggi la sua condanna definitiva per concorso in omicidio, del direttore del’Ussl di Cuneo Amedeo Damiano, uomo giusto che voleva ripulire la sanità pubblica da corruzioni e illegalità.
Condanna definitiva per essere stato il tramite tra gli esecutori materiali e i mandanti, questi ultimi mai identificati. Un omicidio, quello di Amedeo Damiano, che, come tanti nel nostro paese, vede il convergere di interessi osceni
Ad Amedeo Damiano, ferito sotto casa il 24 marzo 1987 e morto cento giorni dopo per le conseguenze dell’agguato, e a tutte le vittime innocenti delle mafie e della cultura mafiosa e corruttiva, va la nostra memoria e il nostro impegno.