Torino (Fabbrica delle E), 7 ottobre, h 14: è iniziata la due giorni di formazione dedicata al tema delle Mafie al nord. Sono circa 500 i partecipanti, molti dei quali giovani, provenienti da ogni angolo d’Italia. Don Marcello Cozzi ha presentato gli ospiti, don Luigi Ciotti, presidente di Libera, Virginio Rognoni, già politico e membro del Consiglio Superiore della Magistratura, Franco La Torre, figlio di Pio La Torre, il deputato siciliano assassinato dalla mafia il 30 aprile 1982. Rognoni e La Torre furono promotori della celebre legge che introdusse il reato di associazione mafiosa, e della norma per la confisca dei beni alle cosche. È stata una sessione plenaria all’insegna di un monito fondamentale: responsabilità. Questo è stato sia l’appello di Don Luigi Ciotti, sia quello di Rognoni e di Franco La Torre.
Il presidente di Libera ha parlato di “mafie che prosperano nella debolezza della democrazia”. “La vera forza delle mafie sta al suo esterno”, ha ammonito, “in quel sistema di connivenze, complicità, deleghe”. Invitando ciascuno dei presenti a cercare la verità dentro di sé, ha chiesto di mettere le proprie competenze al servizio del rinnovamento etico della vita pubblica e privata.
Don Ciotti ha annunciato la consegna al Presidente della Repubblica di 1.500.000 cartoline raccolte nella campagna “Corrotti”, con cui si chiede il riutilizzo sociale dei beni confiscati ai corrotti. Rognoni, nel raccontare il contesto dell’assassinio del “combattente” Pio La Torre, ha ribadito l’importanza di “requisire la roba” ai mafiosi, metodo efficace come pochi per sgretolare il potere mafioso, opponendosi alla proposta, spesso riemergente, di mettere all’asta i beni confiscati, col rischio di restituirli alle cosche. In un momento di forte crisi economica e sociale, terreno potenziale di rafforzamento delle mafie, Rognoni ha chiesto a tutti di correggere quegli atteggiamenti che alimentano corruzione e degrado politico, senza fermarsi al sentimento di indignazione. Franco La Torre, in un intervento emozionato, ha tratteggiato un Pio La Torre impegnato per il riscatto del popolo siciliano prima ancora che contro le mafie, restituendo la giusta prospettiva dell’attività antimafia. Il suo intervento ha ricordato la centralità della politica nel contrasto ai fenomeni che scalfiscono la stabilità sociale ed economica, in un momento in cui certe attenzioni vengono ignorate e di fatto delegate alle attività giudiziarie o associative. “Se la politica non si occupa di mafia”, ha concluso, “la mafia occuperà sempre più la politica”.