Abbiamo intervistato Rosario Esposito La Rossa, giovane ragazzo napoletano, dalla poliedrica attività e le mille risorse. Lo incontrammo 4 anni fa, insieme alla sua fidanzata Lena (nella foto in scena insieme) , e alla storia del cugino Antonio, innocente vittima di Camorra. Da allora abbiamo continuato a stare insieme, spesso le nostre strade si sono incrociate, soprattuto qui in Piemonte. È pur vero che è difficile definirlo (scrittore, editore, animatore, allenatore…), ma diciamo su tutto che è un amico, molti di noi lo conoscono e, crediamo, leggeranno con piacere quel che Rosario ci ha raccontato.
- A 7 anni dalla morte di tuo cugino Antonio Landieri [il 6 novembre], avete avviato tanti progetti nel quartiere di Scampia, a lui dedicati. Quali sono le conquiste maturate più importanti?
“Certamente dal 2004 abbiamo raggiunto una parte degli obiettivi che avevamo immaginato, in particolare il riconoscimento di Antonio come vittima di camorra. Questa è già una grande vittoria, perché in primo luogo è stata la popolazione del quartiere a considerarlo tale, e poi man mano l’intera società napoletana. Il fatto di aver promosso e poi dedicato a lui tante iniziative, tra cui il Premio Landieri, l’attività teatrale, un torneo di calcio, ha consentito agli altri familiari delle vittime di camorra di vivere diversamente questa difficile condizione. Di recente sono nati sul territorio anche degli sportelli anticamorra, e chi li gestisce ci ha chiesto di poterli dedicare a Landieri in quanto figura emblematica.”
- Quali sono i progetti che portate avanti come associazione VO.DI.SCA (Voci di Scampia) e quali iniziative avete in cantiere?
“Con il progetto VO.DI.SCA. ci siamo concentrati su due fronti differenti, quello teatrale e quello editoriale. In questo quartiere, dove c’è il tasso più alto di disoccupazione d’Italia, crediamo sia importante spendersi e reinventarsi per “fare impresa”. Lo facciamo con orgoglio e soddisfazione. Abbiamo vinto una nomination come miglior attore e migliore regia, e siamo in attesa che venga aperto il teatro, per continuare i laboratori e portare avanti altri progetti, in modo tale da fare rete con realtà sociali vicine. Riguardo alla casa editrice, stiamo per pubblicare molti volumi, su temi diversi. Sabato, per esempio, presentiamo “Scampia: la leggenda della vela che non voleva morire e altre storie” di Salvatore Tofano, un vignettista che dirige l’unico giornale del quartiere, “Fuga di notizie”, che ha l’ambizioso intento di raccontare una Scampia diversa. Grazie all’incontro con l’esperienza di Addiopizzo, abbiamo pubblicato il primo libro con il marchio “Pizzofree”. Il 2 dicembre presentiamo una collana di libretti detta “I maggiolini”, che venderemo a prezzi popolari (2 euro) e che parlano di teatro, cornice in cui peraltro li presenteremo. L’11 dicembre presentiamo “Nuovi italiani”, una grammatica per immigrati (il prezzo è 10 euro, e ogni 10 libri venduti pagheremo un esame d’italiano ad un immigrato); il 19 il mio quarto libro, “Sotto le ali dell’airone”, una raccolta di diciotto racconti sulla squadra di calcio che seguo, di cui sono molto fiero e che ho voglia di far conoscere. Il 16 dicembre toccherà a “Napoli in un orto”, scritto da un omeopata, che parla di ricette a base di verdure di stagione, con consigli giorno per ogni giorno. In cantiere abbiamo un report sui diritti negati ai bambini rom, che pubblicheremo a gennaio, insieme a “La psicologia dei Simpson”, scritto da un giovane psicologo.”
- A che punto è la biblioteca di Scampia, progetto per cui avete chiesto donazioni di libri da tutta Italia?
“La nostra biblioteca popolare conta attualmente 16.000 volumi arrivati da tutta Italia, alcuni dei quali in corso di spedizione (anche dal Piemonte). È una grande vittoria, anche se il problema adesso è trovare uno spazio. Abbiamo contattato la Giunta de Magistris per farci aiutare. Avere una biblioteca è un modo per creare lavoro e qualcosa di duraturo. Avevamo ottenuto l’assegnazione di alcuni locali a Scampia, ma per cavilli legati alla sicurezza abbiamo dovuto rinunciare. Intanto stiamo studiando un sistema di classificazione e avvieremo una prima formazione.”
- Parlaci di questa squadra di calcio di cui vai così fiero!
“Va molto bene! Attualmente alleno un gruppo di ragazzini di sette anni, è un’esperienza straordinaria, siamo contentissimi di averla iniziata ed io mi sento molto legato a loro. Sono ragazzini che hanno tanta voglia di fare pur avendo alle spalle situazioni incredibilmente difficili. Proprio per questo la squadra calcio è fondamentale: siamo passati in poco tempo da 300 a 600 iscritti, dunque la gente vede in questa iniziativa un modo sicuro per praticare sport.”
- Considerato che da qualche mese si è insediata la nuova Giunta guidata da de Magistris, che citavi poc’anzi, raccontaci in che rapporti siete, e che ne pensi del torinese Raphael Rossi, giunto in Campania per tentare la svolta col problema dei rifiuti.
“Con la nuova Giunta abbiamo ottimi rapporti, da subito abbiamo preso contatti in particolare con l’Assessorato alla Cultura, per far conoscere i nostri progetti, il problema vero è che almeno fino al 2012 non essa non avrà a disposizione grandi risorse. Alcune piccole ma importanti iniziative meritano di essere citate: intanto la mancata privatizzazione dell’acquedotto napoletano, facendoci diventare il primo comune d’Italia nell’attuazione delle linee dettate dal referendum; in secondo luogo l’attivazione di una ZTL nel centro storico, dove adesso si può passeggiare tranquillamente; infine la raccolta differenziata, soprattutto nei quartieri popolari, attraverso il porta a porta. Se i primi risultati sono questi, siamo contenti di avere un piemontese a Napoli! L’anima di quanto sta accadendo è certamente Raffaele Del Giudice, che tra le altre cose ha firmato la prefazione del già citato libro “Napoli in un orto”.”
Grazie Rosario per la tua infaticabile testimonianza e in bocca al lupo per le tue attività!