Terza udienza Minotauro

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Questa mattina è cominciata la terza udienza, per il processo Minotauro, nell’aula bunker del carcere Lo Russo – Cotugno. Dopo le formalità di rito, la pubblica accusa ha chiamato il suo primo teste, il tenente colonnello Fozzi, dell’Arma dei Carabinieri. In realtà erano previsti altri due testi, da ascoltare, ma la deposizione di Fozzi ha occupato tutto lo spazio della mattina e del primo pomeriggio. In questo modo, la Procura ha potuto ricostruire il contesto geografico-temporale, in cui maturò l’operazione Minotauro: dalla collaborazione di Rocco Varacalli, passando per le indagini per estorsione a Ivrea e Venaria Reale,  fino all’operazione di polizia, scattata all’alba dell’8 giugno 2011, che portò all’arresto di 150 persone. Ci si è soffermati sulla composizione territoriale dell’Ndrangheta in Provincia di Torino, oltre che sulle sue articolazioni territoriali: le 9 locali individuate, precisamente quelle di Cuorgnè, Chivasso, Moncalieri, Nichelino, Natile di Careri, Rivoli, Siderno, Volpiano e San Giusto Canavese; la struttura Crimine, la presenza di una “bastrda”. Il contro esame del teste, a opera delle difese, ha cercato di mettere in difficoltà il tenente colonnello, a volte anche riuscendoci, con domande comprendenti anche la comprensione del dialetto calabrese, da parte degli investigatori.

Si riprende a fine mese, per intanto la Procura cerca di confermare nel processo, la sua linea investigativa, chiamando a deporre in primis coloro che si occuparono delle indagini. Due sorprese oggi: la presenza in aula di Nevio Coral (ex sindaco di Leinì, imputato nel processo e agli arresti domiciliari, per la prima volta presente) e di un folto pubblico, soprattutto di famigliari degli imputati. Le intemperanze di alcuni parenti, sfociate in un applauso di protesta, sono state prontamente redarguite dalla Corte.

Il processo è appena all’inizio e sarà ancora lungo, da gennaio ci saranno due udienze alla settimana. Torneremo a scriverne.