Global Mafia

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Global Mafia. La mafia italiana si è ormai espansa a livello internazionale, soprattutto grazie al traffico di cocaina ed alla connivenza di altre organizzazioni criminali come i cartelli dell’America Latina.

 

Ieri, al nuovo Campus Luigi Einaudi di Torino, con la collaborazione del presidio di UniLibera, è stato presentato un documentario dal titolo, appunto, Global Mafia. Un documentario semplice, che ritrae una fotografia della criminalità organizzata italiana, con particolare attenzione alla ‘ndrangheta ed alle sue infiltrazioni in Lombardia. Realizzato dai redattori di Stampo Antimafioso, testata online milanese di ricerca e inchiesta nata dal corso universitario di sociologia delle organizzazioni mafiose tenuto da Nando Dalla Chiesa, il documento è chiaramente rivolto ad un pubblico che si affaccia per la prima volta al tema, verosimilmente in età scolare.

La simbolizzazione del sistema mafioso, tramite le immagini di croci, piovre e macchie di sangue, ricorrenti in tutta la clip, permette infatti di entrare in contatto con una realtà complessa. Le numerose interviste rivolte a esponenti di spicco dell’antimafia, correlate da interventi in conferenze, permettono di seguire il filo del discorso. Inizialmente, una spiegazione del fenomeno mafioso, la sottovalutazione delle istituzioni (ricordiamo che gli allora sindaci di Milano e Torino dissero che la mafia al nord non esisteva, mentre oggi tra Piemonte e Lombardia sono in corso due dei più grandi processi di ‘ndrangheta del nostro Pese). Un passaggio, forse banale ma obbligato, attraverso lo stragismo e la morte di Falcone e Borsellino, ci accompagnano nel vivo della questione. Poi, i traffici, la globalizzazione del fenomeno, il percorso della cocaina dalla Colombia a Milano. Infine, l’infiltrazione nel Mondo: dalla strage di Duisburg all’Australia, passando per il Canada e ritorno. Un’immagine dipinta tramite i contributi di Nando Dalla Chiesa, Giancarlo Caselli, Alberto Nobili ed altri volti ricorrenti a più riprese nel documentario, che instaurano quasi un dialogo con lo spettatore, come a raccontargli dal vivo di cosa si stia parlando.

 

Prima dello spettacolo i ragazzi di Stampo Antimafioso hanno sottolineato alcuni elementi-chiave per comprendere il documentario: il fenomeno è molto complesso e occorre fare attenzione a parlare di mafia quando si parla, ad esempio, di aziende che formano un cartello per ottenere un appalto: non sempre l’azione è riconducibile alla criminalità organizzata. Si soffermano inoltre su un altro elemento: il 416ter. Purtroppo la legislazione italiana, molto avanzata dal punto di vista del contrasto alla criminalità organizzata rispetto ad altri Paesi, presenta una falla ineguagliabile, ovvero l’impossibilità di parlare di voto di scambio nel caso in cui il pacchetto di voti “donato” ad un politico sia dato in cambio di favori e non di denaro. Se non è tracciabile uno spostamento di denaro, il reato non è perseguibile, anche se sappiamo che generalmente la posta in gioco sono appalti e favoritismi.

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