Sono le 15.30 quando nella maxi aula 1 del Tribunale di Torino viene letta la sentenza d’appello del processo Eternit. Sulle tribuna del pubblico, decine di vedove e famigliari delle vittime dell’amianto aspettano con ansia la sentenza. Arrivano da tutta Italia, da Casale Monferrato, da Bagnolo, Rubiera, ma anche dal Brasile, dalla Svizzera e dalla Francia. La sentenza d’appello conferma la condanna per disastro ambientale doloso comminata nel primo grado di giudizio contro l’imprenditore svizzero Schmidheiny, mentre per l’imputato Louis de Cartier hanno decretato l’assoluzione per alcuni dei capi di imputazione e il non luogo a procedere per “sopraggiunta morte”. Quello che ne esce è che per la prima volta in Europa viene riconosciuto il dolo per un disastro ambientale. I vertici di Eternit sapevano dei rischi, ma hanno preferito continuare la produzione e il commercio del materiale per anni. “A volte i sogni si avverano” ha dichiarato a caldo il Pm Raffaele Guariniello che ha portato avanti le indagini con caparbietà nel corso degli anni. Un sogno collettivo che restituisce un pò di giustizia e di dignità alle tante, troppe vittime dell’amianto.