Letizia Battaglia, la donna che cammina sulle ferite dei suoi sogni

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Guardando il mondo dalla prospettiva dei suoi occhi, l’Italia ha potuto rompere il tabù dell’invisibilità della mafia. Più loro, i mafiosi, si nascondevano, più lei li smascherava, fermando il tempo in uno scatto di rabbia, in un tic di disapprovazione, in una smorfia da sfida. Quei volti celati dal mistero, trame nell’ombra, contorni sfumati, Letizia Battaglia li ha combattuti con la forza dell’immagine. Come quella volta, nel 1978, quando un clic fermò insieme, nella stessa inquadratura, Giulio Andreotti e Nino Salvo, l’esattore di Salemi.
L’abbiamo incontrata a Torino, il 18 giugno scorso, negli spazi della Fabbrica delle “e”, a poche ore dal debutto nazionale dello spettacolo La donna che cammina sulle ferite dei suoi sogni che racconta la sua esperienza umana e professionale partendo dalle fotografie. Ma, soprattutto, racconta di quella città che per lei ha rappresentato gioie e dolori.

 

(piero ferrante e toni castellano)

 

 

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