Sappiamo dov’è Locri, e occupa un posto nei nostri cuori

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Pubblichiamo la lettera scritta dai ragazzi  del Liceo Classico Alfieri di Torino che, all’interno della loro scuola, hanno costituito un presidio.

Una lettera molto bella che rende l’idea del valore di incontrare i giovani e parlare con loro di mafie.

Grazie per il vostro impegno e buon lavoro, ragazzi.

 

Quando abbiamo iniziato questa avventura molti di noi non sapevano nemmeno dove fosse Locri, non sapevano chi fosse Francesco Panzera e non sapevano cosa fosse la mafia. Un anno fa abbiamo sentito il bisogno di colmare le lacune che il nostro essere nati in Piemonte e cresciuti credendo che il confine estremo del mondo fosse Cuneo ci aveva lasciato, così abbiamo deciso di creare all’interno della scuola un presidio di Libera, uno spazio che ci ricordasse il nostro dovere di essere cittadini e persone consapevoli. Quando è giunto il momento di scegliere una vittima innocente a cui dedicare il presidio abbiamo cercato una storia che fosse per noi simbolica e ci rappresentasse, e tra le numerose vicende di poliziotti e magistrati abbiamo trovato quella di Francesco Panzera. Chi meglio di un professore, ucciso per aver cercato di difendere i suoi studenti ed essersi opposto ai traffici mafiosi di droga nella sua scuola, poteva rappresentare un gruppo di ragazzi di un liceo che ogni giorno vivono immersi nella stessa realtà? Per noi il mondo delle droghe è una realtà concreta e un pericolo sempre dietro l’angolo, e conoscendo il ruolo che gli insegnanti hanno nella formazione di noi ragazzi non potevamo che rimanere colpiti dalla storia di un professore che è riuscito a mettere da parte il rapporto spesso fin troppo formale che lega studenti e insegnanti e agire in prima persona.

Trovare notizie su Francesco Panzera non è stato facile, all’inizio non siamo neppure riusciti a trovare il suo nome sull’elenco delle vittime, ma giorno dopo giorno stiamo cercando di ricostruire la sua figura caduta tristemente nell’ombra leggendo articoli e cercando di contattare i familiari, con alcuni dei quali abbiamo già iniziato un rapporto di condivisione. Ma questa è solo parte del nostro impegno: stiamo ormai da qualche mese portando avanti un’attività di formazione tra pari che consiste nel dividerci in commissioni composte da un gruppetto di due o tre ragazzi, scegliere un tema, fare delle ricerche e poi esporlo agli altri, e per quanto questo possa sembrare banale stiamo imparando tantissime cose e dopo ogni incontro ci sentiamo un po’ più ricchi di prima.

Stiamo scrivendo questa lettera per dirvi che adesso abbiamo capito dov’è Locri, e occupa un posto speciale nei nostri cuori.