Si è aperto martedì 15 ottobre, il processo con rito ordinario, nato dall’operazione “Barbarossa”, della primavera 2018, che ha visto coinvolte le province di Asti e Cuneo. Come abbiamo già scritto, i magistrati hanno ipotizzato la presenza di una locale di ‘Ndrangheta (quindi il reato di 416 bis), oltre ai delitti di traffico di stupefacenti ed estorsioni.
Nella prima udienza, sono stati ascoltati una dozzina di testimoni: in qualità di persone informate di fatti, già descritti in fase di indagine, il pubblico ministero (e alcuni degli avvocati difensori) ha posto domande su alcuni episodi accaduti negli scorsi anni. L’incendio di un’auto di uno di questi teste, le presunte minacce ad altri, con tanto di aggressioni fisiche. Si è parlato anche molto di alcune società sportive di calcio (dalle carte dell’inchiesta si è ipotizzato il coinvolgimento della ’Ndrangheta nella gestione di 7 squadre di calcio in provincia di Asti), della loro gestione e dei rapporti di alcuni dei testimoni con gli imputati. Ad esclusione degli esponenti delle forze dell’ordine, per gli altri teste che sono stati ascoltati, è apparso palese il disagio a parlare di certe persone e certe circostanze, se non la reticenza, di certo il tentativo spesso di minimizzare o sviare, appellandosi alla poca memoria e facendo trapelare una discreta preoccupazione.
Non un clima leggero, insomma.
La difficoltà di parlare di questi eventi criminali e delle dinamiche in cui si sono sviluppati sono rappresentate con chiarezza nell’indagine che ha prodotto questo procedimento. Proprio per questo abbiamo studiato l’ordinanza “Barbarossa” producendo un dossier ( che potete leggere cliccando qui).
Noi abbiamo deciso di essere in quell’aula, per seguire un processo lontano dall’attenzione della maggior parte dei media e supportare il lavoro dei magistrati e delle forze dell’ordine. Continueremo a seguire le udienze, convinti dell’importanza di un’operazione che ha svelato il potere della ‘ndrangheta in province ( come quelle di Asti e Cuneo) spesso ritenute lontane da queste dinamiche. Non vogliamo solo supportare, ma anche raccontare.
Siamo convinti sia fondamentale farlo. Proprio per questo abbiamo presentato richiesta al Tribunale per riprendere le udienze – convinti dell’interesse pubblico del dibattimento – al fine di realizzare video da pubblicare sui nostri canali. Alla base di questa richiesta, c’è la volontà di divulgare ciò che accade in quell’aula di giustizia, per comprendere, conoscere e diffondere.
A differenza di altri procedimenti, la nostra richiesta è stata rigettata.
Ma cercheremo di raccontarvelo comunque, questo processo.
Le prossime udienze saranno il 12 novembre, il 17 dicembre, il 14 gennaio e proseguiranno poi ogni martedì.
LA RASSEGNA STAMPA DELLA PRIMA UDIENZA
La Voce di Asti 1