Ciao Ezio! Sono Nadia! Ti andrebbe di suonare per l’inaugurazione di un festival musicale che si terrà in una cascina confiscata alla ‘ndrangheta?”
Risposta rapida, quasi senza pensarci: “Io per Libera ci sono sempre”.
Ezio conosceva la mia scelta di dedicare ciò che so della musica e dell’arte e di metterle a servizio dell’impegno civile e della lotta alle mafie. Non aveva dunque titubato nemmeno per un attimo, e nemmeno io avevo esitato nella scelta di chi invitare per l’inaugurazione di quello che sarebbe diventato il festival simbolo di Cascina Caccia: Armonia.
Ezio amava le sfide ed il giorno del concerto, in un caldo giugno del 2009, aveva visitato, con gli altri musicisti del Buxus Consort, la nostra Cascina Caccia, dimostrando viva curiosità ed interesse. Come pochi musicisti aveva capito il valore della condivisione di quei momenti così preziosi e si era messo con noi dello staff a mangiare e bere a pranzo, creando un clima di intimità ed allegria che ancora oggi, al ricordo, scalda il cuore.
Il concerto di Ezio quella sera, la sua musica e la sua presenza sul palco, inaugurarono una stagione di bellezza in quello che era un luogo simbolo di malaffare: da quelle stesse mura, dal quel cortile stretto tra due viste di paesaggi collinari pieni di vita, era partito, nel 1983, l’ordine di uccidere il giudice Bruno Caccia.
Nel 2009 Ezio era un ragazzo pieno di forza, magnetico, determinato, che credeva profondamente nella potenza del fare musica insieme. Arrivavamo infatti da anni di lavoro intenso dedicato al sogno della creazione di un’orchestra giovanile autogestita che sperimentasse ogni genere di musica, senza barriere. A noi giovani fortunati musicisti dell’epoca, Ezio ha trasmesso un’energia pazzesca e una voglia senza fine di esplorare la musica con la consapevolezza che l’orchestra è la forma più alta di democrazia. Questa energia, personalmente, continuo a portarla ancora oggi nel lavoro che svolgo tutti i giorni.
Ezio prima di essere un compositore era un contrabbassista come pochi al mondo, suonava in maniera virtuosa ed elegante, senza strafare e con una facilità tipica dei grandi musicisti. Quel suono così profondo rimarrà nel cuore di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di ascoltarlo.
Ezio resterà un personaggio divisivo. La mia tesi triennale dedicata a uno dei suoi lavori per quartetto d’archi non fu un vero successo, anzi venni stroncata malamente in fase di discussione. Le sue parole quando glielo raccontai furono: “Ma chi se ne frega! Hai scritto cose fighissime”
Nessuno però potrà mai negare la sua straordinaria forza di volontà, il buttarsi a capofitto nelle sfide e la fortissima passione per l’arte senza curarsi troppo dei giudizi degli altri.
Grazie Ezio da parte di tutti noi di Libera per quella magica serata, per aver accettato la sfida e per aver compreso, senza retorica, cosa voglia dire suonare in un bene confiscato alla ‘ndrangheta, mettere le mani in pasta e prendere parte a una storia collettiva.
Grazie a titolo personale per avermi fatta crescere musicalmente e come persona.
La musica e l’arte sono potenti, rimangono, e anche tu
Ci mancherai.
Nadia Bertuglia