Una protesta pericolosa

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Dopo le contestazioni rivolte al Procuratore Giancarlo Caselli, in occasione della presentazione del libro “Di sana e robusta costituzione“, arriva puntuale la risposta di Michele Dalai, uno degli editori del volume. Contestazioni rivolte ad un servitore dello Stato, proprio durante la presentazione di un libro che racconta la Carta Costituente, principio fondante della nostra convivenza civile. Ma se da una parte si è assistito ad una scena avvilente dall’altra, l’Italia che si muove per il rispetto delle regole, della legalità e al fianco di uomini di Stato, ha reagito stando vicino a Giancarlo Caselli. I fischi non hanno sortito l’effetto voluto perché le persone presenti in sala, su sollecitazione di Davide Mattiello, hanno scortato simbolicamente il procuratore. Ancora una volta – e per fortura – il tentativo di isolare Giancarlo Caselli non è andata in porto.


di Michele Dalai

La Stampa


Ci sono momenti in cui pare di volare al contrario. Faccio l’editore e domenica al Salone il mio marchio ha presentato quello che non a caso è il primo titolo del catalogo. «Di Sana e Robusta Costituzione», l’intervista di un giovane uomo di legge (Carlo Dalla Chiesa), a due grandi uomini di questa Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro e Giancarlo Caselli. Un evento pubblico a cui si sono presentate centinaia di persone, moderato da Davide Mattiello, figura centrale di Libera contro le Mafie.

Quando scrivo che non a caso si tratta del «primo» titolo è perché ne vado molto fiero, perché si tratta di un gesto forte, solido e assolutamente civile, di un atto d’amore nei confronti della Carta in un momento di turbolenze violente e di scosse e spinte profonde tese a destabilizzarla, a metterla in crisi, a considerarla antica e superata pur se giovanissima.

In appendice al libro c’è un testo di Mattiello che parla di beni confiscati alle mafie e dell’impegno di Libera per recuperarli ed evitare che alle mafie vengano assegnati nuovamente. A Libera vanno le royalties degli autori.

Poco dopo l’inizio della presentazione alcuni ragazzi dell’Onda hanno cercato di fare irruzione nella sala e per contestare una vicenda giudiziaria di un anno fa, hanno creato un disturbo continuo e del tutto strumentale al dibattito. Strumentale a una protesta di cui conosco il merito e che non voglio riportare, su cui ho opinioni del tutto personali. Ho assistito ai momenti di tensione provocati dai «manifestanti», e dal loro tentativo di irruzione (se si cerca il dialogo, è quella la forma?), al contatto con le forze dell’ordine e l’ho trovato umiliante, tanto umiliante quanto le parole e gli slogan contro Caselli. Umilianti per chi le ha usate e per come le ha usate.

Il procuratore Caselli non è una superstar, chi lo supporta e quotidianamente lo protegge dall’isolamento e dai rischi di una vita al servizio della legalità merita rispetto per i rischi che corre. Non solo: la presentazione di un libro che parla di legalità, istituzioni e lotta alla mafia non può diventare teatro di alcuno scontro o dimostrazione. Perché non ci sono sfumature o posizioni terze su quei temi. Per protestare esistono luoghi e situazioni adeguate, per contestare i provvedimenti giudiziari ci sono le aule dei tribunali e la stampa, che in questo paese lotta per restare libera e ci riesce.

Per questo la situazione di domenica, con la tensione vissuta da chi era lì per testimoniare vicinanza a Libera, con la sensazione sgradevole di un uomo di Stato contestato come negli anni peggiori con slogan troppo semplici e beceri, mi ha fatto vivere la sensazione di volare al contrario.

Poi però qualcosa è successo. Qualcosa di straordinariamente facile da dire e da fare, ma che è parso gesto rivoluzionario (quello sì), di grande bellezza. Prima la folla dei partecipanti alla presentazione ha continuato ad assistere e ascoltare senza farsi intimidire o distrarre. Poi Davide Mattiello ha chiesto, a fine presentazione, di alzarci tutti e accompagnare Caselli, una scorta spontanea, numerosa e civile. Di mostrare così la vicinanza all’uomo e di ripagare il sacrificio della sua testimonianza. Una cosa molto semplice e molto rara, 400 persone che si alzano e camminano al fianco di un uomo. Tutti tirapiedi (secondo un’espressione cara ai contestatori) di chi ha combattuto la Mafia ed era venuto a raccontarci come l’aveva combattuta. Allora, in quel momento ho sentito che la corrente tornava a soffiare dal lato giusto.

One thought on “Una protesta pericolosa

  1. Laura vaglini Reply

    voglio esprimere la mia solidarietà al procuratore Caselli, persona che ho avuto la fortuna di ascoltare in più occasioni e che ammiro per le sue posizioni ferme e coerenti quando si parla di giustizia e di diritti da tutelare e rispettare. Grazie per il suo lavoro, anche come autore di libri molto utili per comprendere dove stà andando la nostra amata Italia. Spero che ce ne siano ancora tanti di uomini delle istituzioni con la sua moralità. Continui nel suo lavoro e grazie.

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