Processo Rostagno: la risposta della società civile

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Il senso della semplice grandezza del passo compiuto da Libera di fronte alla Corte d’Appello di Trapani sta proprio nella vignetta realizzata da Staino e qui pubblicata. “Siamo o non siamo società civile?” risponde l’uomo alla bimba che gli chiede conto della costituzione di parte civile nel processo per indicare gli assassini di Mauro Rostagno, ucciso a Valderice, Trapani il 26 settembre 1988. A 22 anni dalla morte per mano mafiosa del camaleontico torinese – capace di cambiare luogo e contesto senza abbandonare l’impegno per il cambiamento – in un’aula di Tribunale si sta celebrando il processo a carico di Vincenzo Virga e Vito Mazzarra e Vincenzo Virga, mente ed esecutore materiale del delitto. E la famiglia di Mauro non sarà sola. Accanto a loro ci sarà Libera che ha deciso di prendere parte al processo costituendosi parte civile per una serie di fattori: “Mauro ha rappresentato per questo territorio uno dei primi e dei pochi esempi di coloro che, anche se solo pensavano e mantenevano la propria identità pensante, riuscivano a riflettere prima della politica; usava l’arma dell’ironia per sbeffeggiare e mettere a nudo i mafiosi, coprendoli di ridicolo e, attraverso l’emittente locale, diceva le cose che la gente comune pensava e non aveva il coraggio di dire”. Un uomo con la schiena ben dritta, un giornalista capace di smascherare il potere mafioso, un Trapanese che amava visceralmente la sua Terra. Elementi mai digeriti dalla malavita che ne ha decretato l’eliminazione.


L’aula del Tribunale di Palermo potrà sottolineare ciò che Libera e chi ha voluto bene a Mauro Rostagno sanno con certezza con l’obiettivo di consegnare la sua figura alle nuove generazioni “non come uomo perfetto, ma come persona autentica ed appassionata. Libera è presente nel territorio trapanese, seguendo da vicino la vicenda giudiziaria che riguarda l’assassinio di Mauro Rostagno, colpito dalla mafia per le sue battaglie mediatiche a salvaguardia della provincia contro gli interessi della mafia”.


Noi siamo fieri di essere società civile.