I voti della ‘ndrangheta hanno determinato l’esito della tornata elettorale del 2011 a Chivasso. Un pacchetto di preferenze governato dalla ‘ndrangheta che ha portato alla vittoria dell’esponente del centrosinistra, Gianni De Mori.
E’ questa la tesi sostenuta nell’operazione “Colpo di Coda “, prosecuzione naturale di Minotauro, dalla Procura di Torino che ha portato in carcere 22 persone.
Una nuova locale smantellata a Chivasso – già colpita dagli arresti dello scorso anno – e una nuova a Livorno Ferraris.
22 le ordinanze di custodia cautelare emesse per reati che vanno dall’associazione di tipo mafioso al traffico di sostanze stupefacenti, ma anche porto e detenzione illegale di armi, estorsione e ricettazione.
Ciò che viene confermato nelle carte è l’interessamento della criminalità organizzata alle elezioni amministrative del 2011. Dopo aver deciso di sostenere il candidato dell’Udc, al quale hanno portato centinaia di voti, sono stati determinanti nella vittoria del ballottaggio. A contendersi la poltrona di primo cittadino Gianni De Mori (PD) e Bruno Matola (Pdl). Il gruppo di ‘ndrangheta chivassese, prima di decidere a chi concedere l’appoggio, ha valutato la contropartita. E tra i due schieramenti la proposta maggiormente allettante è arrivata dal centrosinistra. Così Striglia, candidato dell’Udc, decide di appoggiare la coalizione del centrosinistra che alla fine vince le elezioni e De Mori diventa sindaco. L’obiettivo del gruppo criminale non era quello di ottenere qualche favore negli uffici comunali, ma di piazzare un uomo a Palazzo.
E’ verosimile pensare che il progetto non riuscì per il clamore dell’operazione Minotauro – che già avanzava l’ipotesi di un interessamento elettorale della ‘ndrangheta – tanto che Striglia e di conseguenza l’Udc – gruppo appoggiato – non ottenne nessun incarico. La giunta di De Mori cadde poco dopo per le dimissioni del sindaco. Nessun protagonista politico è indagato.
Altro elemento uscito dalle indagini è la potenza di fuoco del gruppo.