Il 26 novembre c’è stata la quinta udienza del processo Minotauro, che ha visto protagonista nuovamente il collaboratore di giustizia Rocco Varacalli per il controinterrogatorio. Gli avvocati della difesa e il Presidente della Corte hanno fatto numerose domande al teste, lungo tutta la mattinata, per specificare meglio alcune situazioni da lui raccontate e cercare di cogliere anche contraddizioni nei suoi racconti.
Varacalli, nonostante la lunga sequela di questioni, è riuscito a mantenere la lucidità, talvolta anche facendo sorridere difensori e corte.
Alcune cose colpiscono in particolare rispetto all’udienza.
In primo luogo l’età dell’affiliazione. Un avvocato chiede se sia possibile affiliare anche i minori e lui dapprima dice di no, poi ci ripensa e risponde che sì, anche a 16 anni si può essere affiliati. Anzi, aggiunge, anche dopo tre giorni dalla nascita si può ricevere il “taglio della coda” (ossia il battesimo) se si è di una famiglia di ‘ndrangheta da generazioni.
Altra cosa che colpisce è la natura delle riunioni delle locali. Varacalli racconta che le riunioni avevano sempre luogo il sabato sera e che si stava insieme, mangiando e bevendo. Alla domanda però relativa all’assunzione di decisioni rispetto alla commissione di reati, dice che non gli è mai capitato di fare una riunione e di assistere o contribuire alla decisione di un illecito. E quindi ci si domanda: a che servono queste riunioni? Solo per stare insieme in compagnia di sabato sera? Su questo elemento Varacalli ha senz’altro mostrato debolezza o ha comunque restituito un’immagine debole (e distante) rispetto alla forza della criminalità della “minore” (la ndrangheta è divisa in società “maggiore” e in società “minore”).
Ultima cosa interessante è quella relativa agli appalti edili, a cui lui stesso ha contribuito con una sua azienda (la Edil2002). Varacalli racconta che con i soldi che metteva insieme con il traffico di stupefacenti pagava gli operai, in modo tale che gli assegni delle commesse fossero intonsi e potessero essere versati su un conto pulito. Racconta di come tra andranghetisti ci si passa gli appalti, si danno le forniture, il giro dunque di denaro illecito che attraverso l’edilizia diventa lecito. Non sa però fare esempi concreti, né tantomeno parlare di bandi di gara vinti illegalmente. Non c’è dunque nessuna chiamata in correità per amministratori pubblici o politici.
Oltre al controinterrogatorio, c’è stato spazio per ascoltare le parole del Vicequestore Marco Martino, che aveva effettuato alcune perquisizioni per l’operazione Crimine. In una di queste in particolare (Giovanni Catalano) Martino trovò il formulario del giuramento con i riti di affiliazione.
Documento molto importante relativamente all’accusa di 416 bis.
La prossima udienza sarà il 17 dicembre e noi come sempre saremo in aula a documentarla.
State sintonizzati!