La pubblica accusa li ha chiamati in aula per riferire di eventi e colloqui dei quali sono stati testimoni o protagonisti. Per i Pm è il tentativo di dimostrare alla Corte il clima di paura, omertà ed intimidazione – tipico di un’organizzazione malavitosa – che il gruppo di ‘ndrangheta è riuscito a costruire nel canavese. Loro, i testimoni, sono evidentemente spaventati e ripetono, uno dopo l’altro le medesime frasi: “non ricordo”, “io non ho mai avuto problemi”, “sono persone perbene”, “ è passato tanto tempo”.
Il timore percepito in aula è così evidente che il Presidente interviene più volte chiedendo ai testimoni se avessero timore a parlare in aula.
Alcuni testi chiamati dai Pm parlano, invece. Sono quelli che hanno deciso di denunciare, dopo le continue vessazioni. Raccontano dei metodi di intimidazione, delle minacce vere e proprie e delle somme di denaro che hanno dovuto versare.