Piemonte: meno tasse agli esercizi che tolgono le slot

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Era marzo scorso e in vista delle elezioni regionali, a seguito della caduta dell’amministrazione Cota, Libera Piemonte produceva una piattaforma di proposte per “interferire” nella campagna elettorale che avrebbe dato un nuovo nome alla presidenza della Regione Piemonte. Nasce così L7.  Sette argomenti prioritari, secondo Libera. Sette domande ai candidati. Una delle quali chiedeva che la Regione si dotasse di una legge capace di disciplinare il gioco d’azzardo, così come disposto nelle linee d’indirizzo della Finanziaria 2014. In particolare tale legge avrebbe dovuto prevedere un piano integrato socio-sanitario per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d’azzardo patologico, nonché per il trattamento terapeutico ed il recupero sociale dei soggetti affetti da sindrome da GAP, promuovendo la consapevolezza dei rischi correlati al gioco, ancorché lecito, al fine di salvaguardare le fasce più deboli e maggiormente vulnerabili della popolazione e la riduzione dello 0,92% dell’Irap per gli esercizi che provvedono volontariamente alla completa disinstallazione degli apparecchi da gioco.

Il 28 agosto scorso il Consiglio regionale ha approvato la delibera che prevede dal primo gennaio 2015 gli esercizi commerciali disposti a disinstallare volontariamente e completamente gli apparecchi da gioco potranno usufruire di una riduzione dell’Irap dello 0,92% (proprio come chiesto al punto 4 della piattaforma). Di contro, quelli che non lo faranno avranno un aumento della stessa percentuale.

Economicamente parlando, quel che si otterrà da questa misura verrà utilizzato proprio per opere di prevenzione e contrasto al gioco come i corsi di sensibilizzazione nelle scuole.

Un primo passo, in linea con le priorità che Libera Piemonte aveva avanzato nel corso della campagna elettorale. Fatto certamente anche alla luce di calcoli: il Ministero della Sanità stima che in Italia si siano spesi nell’ultimo anno circa 87 miliardi di euro in azzardo. 5 dei quali in Piemonte. Se si considera che un giocatore patologico, quindi in stato avanzato di dipendenza da gioco, costa ai SerD 2 mila euro l’anno e che nell’ultimo anno i casi presi in carico dai servizi sono stati 1256 (solo in Piemonte nel 2013) con un aumento rispetto all’anno precedente di 578 richieste, si capisce in fretta come il problema, oltre che morale, possa diventare nel giro di pochi anni soprattutto economico con l’implosione della spesa sanitaria che si dovrebbe mettere a bilancio per fronteggiare la dipendenza.

 

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