Libera Piemonte: un grande puzzle

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Un grande puzzle.
Metafora non originale, ma sicuramente rappresentativa del lavoro di questo anno. Tante volte mi sono resa conto del grande mosaico che la rete di Libera in Piemonte riesce a costruire grazie ad una sensibilità, attenzione e progettualità che nel tempo sono diventate patrimonio comune.
Un moltiplicatore di azioni, informazioni e sensibilizzazione, perché le mafie, la corruzione e la cultura mafiosa si possono sconfiggere.

 

 

Questo bilancio sociale racconterà tanto, ma non tutto, di questi pezzi di puzzle. Racconterà di un presidio in una scuola che ha scritto una lettera che ha commosso tutta Italia e di un altro presidio, sempre in una scuola, che ha saputo trovare un meraviglioso connubio tra le materie studiate e la storia di una vittima, trasformando in pietanze prelibate l’impegno per la giustizia, tanto da essere premiato in Senato.

 

Racconterà di un gruppo di giovani protagonisti di un 21 marzo sul lago. Racconterà la voglia di mettersi ancora sulla strada, fare tanti chilometri per incontrare, capire e manifestare.
E racconterà tanto altro, che non elenco perché non voglio dimenticare nulla e nessuno.

 

Ma voglio rappresentare la sensazione di una rete che è cresciuta e che con spontaneità e impegno riesce a costruire, inventare, proporre. Una rete che è capace di andare oltre l’ordinario per cercare modi diversi per raggiungere i propri obiettivi.

 

Perché non dobbiamo mai dimenticare che il nostro obiettivo è che la cultura mafiosa venga sconfitta dalla cultura della giustizia, dei diritti, della tutela di tutti, a partire da chi è più in difficoltà.

 

Certo, a 25 anni dalle stragi, ci rendiamo conto che la strada è ancora lunga e in salita. Ci rendiamo conto che a volte si fa un passo avanti, ma altre volte se ne fanno cinque indietro.

 

Non siamo ingenui, non siamo superficiali; vediamo, studiamo, analizziamo e potremmo fare un elenco lunghissimo con tutti i comportamenti, le persone, le azioni e le politiche che ci allontanano dalla vittoria nei confronti delle mafie, ma abbiamo fatto una scelta: abbiamo scelto da che parte stare, abbiamo deciso che ne vale la pena.

Ci capita spesso di confrontarci con persone che ci dicono che è tutto inutile, che andrà sempre così, che è solo una goccia nel mare, che “il pesce puzza dalla testa”.

 

Ma, ancora più spesso, ci capita di incontrare persone oneste, di qualsiasi categoria e professione, che si impegnano e migliorano la propria realtà, il proprio contesto e il proprio territorio. Di incontrare giovani pieni di entusiasmo, speranze e sogni che hanno il diritto di credere in un mondo “nel quale valga la pena avere un posto”.

Ed è per queste storie, questi sogni, per la ricerca continua di verità e giustizia accanto ai familiari, che noi continuiamo, piccoli passi, a volte facendo errori, ma convinti che un mondo onesto si possa avere, basta volerlo. A iniziare da noi. Questo anno sociale lo dedichiamo a chi 25 anni fa, per un mondo diverso e onesto ha perso la vita, lasciandoci una grande responsabilità ma anche un solco da continuare a percorre.

 

Giovanni, Francesca, Antonio, Vito, Rocco, Paolo, Emanuela, Eddie, Agostino, Claudio, Vincenzo e Rita, siete vivi, vivi nel ricordo di chi vi ha voluto bene, vivi nell’impegno di tanti in questo paese che da quel 23 maggio e da quel 19 luglio hanno aperto gli occhi e deciso da quale parte stare.

 

Di Maria Josè Fava, Referente di Libera Piemonte 

 

 

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