Ergastolo per Rocco Schirripa, pluripregiudicato e uomo di ‘ndrangheta. La DDA di Milano lo aveva arrestato nel dicembre del 2015 con l’accusa di aver preso parte all’omicidio di Bruno Caccia, l’unico magistrato assassinato al Nord Italia dalle mafie e la Prima Corte d’Assise, dopo ore di camera di consiglio, ha emesso verdetto di colpevolezza condannando l’imputato al carcere a vita.
Un punto di partenza per la famiglia che da anni si batte per ottenere la piena verità attorno al delitto di Bruno Caccia.
Per l’assassinio, nel ’92, Domenico Belfiore, a capo della ‘ndrangheta sotto la Mole, era stato condannato all’ergastolo per essere il mandante del delitto, ordinato perché il procuratore era inavvicinabile, incorruttibile e la sua azione ostacolava la disponibilità che la ‘ndrangheta poteva vantare con alcuni magistrati infedeli.
Oggi, dopo 34 anni, uno degli uomini che hanno partecipato al commando di fuoco ha un nome ed è quello di Rocco Schirripa, condannato in primo grado.
Ma questa sentenza potrebbe non rappresentare la conclusione del percorso per ottenere la piena verità attorno al delitto. La Prima Corte di Assise, infatti, ha disposto l’invio degli atti alla Procura di Milano per ulteriori attività di indagine.
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