Da un anno, la villa di San Giusto Canavese porta le ferite di un’intimidazione. È un bene confiscato a uno dei più grandi narcotrafficanti italiani ancora oggi latitante: Nicola Assisi.
Abbiamo deciso di chiedere alle Istituzioni competenti di reagire all’attentato, messo in atto da ignoti, con l’obiettivo di distruggerla.
Lo abbiamo fatto per tenere alta l’attenzione e stimolare una reazione. Per questo abbiamo incontrato le Istituzioni e presidiato questa villa, un’intera notte.
Apprendiamo, da fonti del Viminale, che qualcosa si sta muovendo.
Villa confiscata a San Giusto: una prima reazione del Viminale
Da un anno, la villa di San Giusto Canavese porta le ferite di un’intimidazione. È un bene confiscato a uno dei più grandi narcotrafficanti italiani ancora oggi latitante: Nicola Assisi.
Tra sabato 15 e domenica 16 giugno, abbiamo deciso di chiedere alle Istituzioni competenti di reagire all’attentato, messo in atto da ignoti, con l’obiettivo di distruggerla.
Lo abbiamo fatto per tenere alta l’attenzione e stimolare una reazione, organizzando un incontro e presidiando per una notte la villa.
Apprendiamo con favore da fonti del Viminale che, a un giorno dall’incontro da noi organizzato con Agenzia, Prefettura, Città Metropolitana e Comune e Regione Piemonte, il 3 luglio si discuterà nel consiglio direttivo dell’ANBSC della villetta di San Giusto Canavese.
Questo patrimonio dello Stato aspetta, da oltre un anno, la bonifica per l’atto incendiario subìto e l’inizio di un percorso di riutilizzo sociale.
Auspichiamo che, nel mese di luglio, si possano iniziare i lavori e formalizzare il passaggio alla Città Metropolitana, che valuterà il percorso necessario per restituirla alla collettività.
Vigileremo che il percorso per far rinascere questo bene confiscato abbia inizio.