Il 30 aprile del 2018, per la prima volta, lo Stato mise piede nella villa confiscata a Nicola Assisi, narcotrafficante legato alla ‘ndrangheta, all’epoca ancora latitante.
Da quella data, a San Giusto Canavese, piccolo centro in provincia di Torino, sono accadute tante cose.
La struttura, una bella villa con mattoni a vista, è stata oggetto di un attentato incendiaro: una vera e propria minaccia, per interrompere il percorso per restituire alla collettività questo patrimonio.
Nonostante l’avvertimento in stile mafioso, non abbiamo smesso di lottare. Lo abbiamo fatto attraverso manifestazioni, presidi, flash mob. Lo abbiamo fatto stimolando le Istituzioni competenti, per dare ai cittadini quello che era stato loro sottratto.
Il tempo trascorso e le energie messe in campo non sono state vane.
Ieri, la Città Metropolitana di Torino, che nell’estate di quest’anno ha deciso di farsi carico della struttura, ha chiuso il bando per la sua gestione.
Sono 3 le proposte pervenute all’ente.
E questa è una vittoria, di tutti.
Siamo soddisfatti che siano giunte delle domande per la gestione della villa di San Giusto Canavese e auspichiamo che, presto, quella struttura possa rinascere.
Di seguito riportiamo il Comunicato Stampa della Città Metropolitana
San Giusto canavese, un futuro sociale per la villa confiscata al boss
La villa di San Giusto canavese sequestrata al boss del narcotraffico Nicola Assisi avrà un futuro e sarà sede di attività sociali per i prossimi sei anni.
Si sono chiuse ieri 14 novembre infatti le procedure del bando di Città metropolitana di Torino per cercare manifestazioni d’interesse nel mondo associativo ed assegnare la concessione d’uso a titolo gratuito con questa destinazione: sono tre le manifestazioni di interesse giunte ed ora sarà insediata la commissione per la valutazione dei progetti.
Nel mese di agosto era stata firmata proprio nel cortile della villa l’intesa tra l’Agenzia nazionale dei bene sequestrati, Prefettura di Torino, Regione Piemonte, Città metropolitana e Comune di San Giusto Canavese sulla destinazione del bene di proprietà dell’erario.
Ora la Città metropolitana di Torino ne entra in possesso e la assegnerà in concessione alla miglior proposta presentata per attività di interesse generale per finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, senza scopo di lucro con servizi al territorio.