Il 20 dicembre 2019, dopo mesi di indagini la DDA di Torino fa la sua mossa: scatta l’operazione Fenice. Centocinquanta militari della Guardia di Finanza eseguono l’ordinanza di custodia cautelare e, a fine giornata, si contano otto arresti e oltre duecento beni sequestrati. Tra i nomi spiccano quello di Roberto Rosso, assessore regionale piemontese e Mario Burlò, noto imprenditore torinese. Abbiamo deciso di leggere le carte giudiziarie per comprendere al meglio i meccanismi che, secondo la tesi dei magistrati, hanno portato cosa nostra e ‘ndrangheta a stringere patti di collaborazione con settori insospettabili della società piemontese.
Abbiamo deciso di leggere l’Ordinanza di Custodia Cautelare per comprendere al meglio i meccanismi che, secondo la tesi dei magistrati, hanno portato cosa nostra e ‘ndrangheta a stringere patti di collaborazione con un politico di primo piano e un imprenditore di successo.
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