Fino a poco tempo fa il 26 settembre era per me un giorno come tanti. Che fosse lunedì o domenica, era una data che consacrava l’autunno, giunto inaspettato lasciando dietro sé il calore dell’estate. Poi ho incrociato nella mia vita Mauro. Mauro Rostagno. So di riempirmi la bocca con un termine improprio. Perché io, Mauro, almeno per l’accezione solitamente associata a questo vocabolo, non l’ho mai incrociato. Il 26 settembre ha così mutato profondamente significato. Data da ricordare, per non dimenticare.
Mauro Rostagno il rivoluzionario; Mauro Rostagno alla ricerca della spiritualità in India; Mauro Rostagno il giornalista alla ricerca della verità in una Trapani infestata dalla mafia; Mauro Rostagno freddato a colpi di fucile a Trapani, il 26 settembre del 1988. Evoluzioni di un sognatore estremamente pragmatico, capace di convertire l’utopia in prassi. Evoluzioni che solo il piombo vigliacco ha saputo fermare.
Quell’uomo l’ho conosciuto grazie a Maddalena – la figlia – e Chicca – la compagna – , che vedo ogni giorno in ufficio. Grazie a Carla, Monica e Mara che non ho ancora avuto il piacere di incontrare, ma che con Acmos e Libera abbiamo percorso una strada comune. Tutte queste persone fanno della memoria l’impegno quotidiano, affinché il solco lasciato in vita da Mauro Rostagno non sia cancellato.
La sigaretta come pretesto, la voglia di raccontarsi e ascoltare come naturale risultato. E quindi quell’uomo barbuto, ritratto in foto in bianco e nero come a colori, ha assunto forma e sostanza, grazie a ricordi e aneddoti.
“Madda” fuma tenendo la sigaretta tra i denti, è capace di farla dondolare su e giù con un andamento quasi ipnotico; i suoi occhi lucidi raccontano la drammaticità quotidiana della perdita di un padre, il naturale attaccamento ad un proprio caro scomparso per la ferocia animalesca che solo la mafia può incarnare; il vivido ricordo di quello che è stato un uomo fantastico. Ma ciò che più mi ha stupito è il dolore generato della calunnia. Ferita che non si cancella certo con una rettifica e nemmeno col taglio basso di un quotidiano, capace pochi giorni prima di infangare la memoria. Ti segna, ti accompagna, non si cancella. Tanto si è scritto su Mauro Rostagno, soprattutto falsità. Dileggiare è semplice, raccontare la realtà come faceva lui è molto più complicato. Ora un piccolo tassello del mosaico per ricostruire la verità è stato incasellato. E’ un fumetto, prodotto che solitamente si associa ad un’età bambina, quella della spensieratezza e della giocosità.
Eppure, Prove tecniche per un mondo migliore, di Marco Rizzo e Nico Blunda – che ne curano i testi – e con i disegni di Giuseppe Lo Bocchiaro (edito da Beccogiallo), è tutto fuorché una cosa da prendere alla leggera.
Mauro Rostagno il sognatore che si batteva per un mondo diverso rappresentato da disegni, i suoi pensieri e le sue parole racchiuse da nuvolette. A delineare la profondità del libro è proprio Maddalena. «Un fumetto sulla sua vita è uno strumento romantico e profondo. Me lo hanno sempre descritto come una persona estremamente fantasiosa, qualsiasi cosa facesse». E poi il lavoro dei fumettisti ha il merito di raccontare l’attività giornalistica di Mauro Rostagno. «Spesso, quando si parla di mio papà, lo si ricorda come leader di Lotta Continua o il suo periodo Arancione. E’ stata cancellata la sua passione per il giornalismo, la sua attività di inchiesta contro la mafia. Il fumetto, invece, traccia bene il periodo di un Mauro più maturo, soffermandosi su ciò che aveva scelto di fare da grande».
Per Mauro Rostagno non esiste ancora una verità giudiziaria, purtroppo. Si conosce movente – le inchieste scomode condotte dal giornalista a Trapani – ed i presunti esecutori del delitto. Ma ciò che successe 22 anni fa a Valderice, Trapani, non conosce una verità uscita da un tribunale. Che senso può avere allora la giustizia per chi, dopo 22 anni, non ne ha ancora assaporato il “gusto”? «E’ tutto ciò che permette di ripulire il fango gettato. – spiega Maddalena – Come questo fumetto: una carezza, un atto di giustizia e di amore politico».
Ciao Mauro.
RICORDIAMO MAURO CON UN GESTO DI RESPONSABILITA’
Trapani si lega a Torino. Due città “vissute” da Mauro. Nella città in cui nacque, Acmos e Libera hanno raccolto oltre mille firme per intitolare un ponte alla sua memoria. Questo due anni fa. Un percorso che non abbiamo certo dimenticato e ci vede ancora attivi. In questi giorni, abbiamo spedito una lettera per sollecitare le istituzioni a rispettare gli impegni presi.