Le case dei boss per l’emergenza abitativa

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L’emergenza abitativa è una vera e propria piaga, in questo periodo di crisi. Lo è in tutta Italia e Torino è una delle città più colpite. Ieri il Comune di Torino ha presentato in Commissione Consiliare Speciale di promozione della cultura della legalità e del contrasto dei fenomeni mafiosi la proposta di utilizzare appartamenti confiscati alla criminalità organizzata per dare una risposta all’emergenza casa. Una decisione che nasce da un percorso di dialogo e collaborazione tra la commissione stessa e l’assessorato competente in materia “casa” che Libera ha sostenuto ed appoggiato.

Persone colpite da sfratti, senzatetto, famiglie in difficoltà potranno usufruire degli stabili acquistati con i frutti di attività illecite. Un’iniziativa che si sposa con il senso stesso della legge 109/96 che stabilisce il riutilizzo sociale dei beni confiscati al crimine organizzato. Siamo soddisfatti, quindi, dell’azione intrapresa dall’Amministrazione Comunale che ricalca una delle proposte contenute nella campagna Miseria Ladra, lanciata da Libera e Gruppo Abele per combattere la povertà dilagante nel nostro paese. Al punto sei della piattaforma, infatti, si legge “Destinare velocemente il patrimonio sfitto delle città e quello confiscato alle attività criminali per i più bisognosi e ad uso sociale”.

Riteniamo l’atto del Comune di Torino un ottimo passo amministrativo e auspichiamo che si proceda ad un censimento delle strutture sfitte e confiscate, così da poter essere più incisivi e dare delle risposte tempestive a quanti hanno bisogno di una casa. Inoltre, chiediamo che questa azione non sia relegata al territorio torinese, ma che diventi prassi di tutti i Comuni, riuscendo così a centrare un duplice obiettivo: dare nuova vita al patrimonio un tempo appartenuto alle mafie e fornire una risposta a quanti sono colpiti dalla crisi abitativa.