A Trapani, la scorsa settimana, è avvenuta una cosa eccezionale: un’azienda di Trapani confiscata alla mafia, la Calcestruzzi Ericina, è tornata sul mercato, ma con alcune particolarità. E’ la prima azienda a uscire dalla gestione straordinaria, rimanendo proprietà dello Stato e affidata al demanio e a una cooperativa, creata dagli operai della precedente gestione. Arriva così il “cemento della legalità”, oltre che il recupero di rifiuti edili, da poter riutilizzare nella produzione di materie prime. E’ un atto importante; lo hanno sottolineato Luigi Ciotti, presente all’inaugurazione, come Ivan Lo Bello, presidente della Confindustria Sicilia: a ulteriore dimostrazione dell’impegno dei tanti settori della società siciliana, nella lotta alla mafia. La vicenda è profondamente significativa, tra le altre cose, perchè produce sviluppo e occupazione in un contesto in cui ce n’è tanto bisogno, e che conserva un’infiltrazione e un controllo mafioso tra i più alti dell’isola. Sono momenti importanti, quelli come questo: ci ricordano il nostro impegno sul riutilizzo dei beni confiscati, ci ricordano che un’Italia diversa si può costruire davvero. E questo, ancora una volta, accade grazie all’impegno delle persone: ci piace ricordare, in conclusione, la nostra amica Margherita Asta, che è referente di Libera nel trapanese. Anche grazie all’impegno di persone come lei, che incarnano e (mi si passi il temine) cementano il binomio “memoria e impegno”, tutto ciò è possibile.
Un pensiero su “Calcestruzzi antimafia”
I commenti sono chiusi.
Penso che questo sia un altro passo importante.
Dimostrazione del fatto che se si vuole fare sul serio, le cose possono cambiare.
E quando non cambiano c’è da cercare qualcuno o qualcosa che non vuole farle cambiare!
L’antimafia gioca a viso aperto sui campi da gioco abituali della criminalità organizzata.
E’ una sfida grandissima e vogliamo vincerla.
Grazie a tutti quelli che ci mettono passione ed impegno. Grazie Margherita!
Enzo