Pensa alla Salute” tratta un tema di primaria importanza, quello sanitario, connesso in modo diretto a procedure, leggi e prassi di diffcile comprensione.

Per rendere meglio comprensibile la tematica trattata, abbiamo pensato a un Glossario, diviso in tre macro aree:

  • Trasparenza/Anticorruzione
  • Appalti
  • Salute

Ringraziamo Leonardo Ferrante, Alessandria Scalia, Filippo Francesci, Giulia Schiavetti dell’equipe Common – covid, gruppo di volontarie/i e studentesse/studenti del Master APC – per l’elaborazione di strategie di monitoraggio civico sulla pandemia per aver collaborato alla redazione di questo documento di approfondimento.

 

TEMA TRASPARENZA/ANTICORRUZIONE

 

Accesso civico semplice

È il primo “strumento” messo a disposizione della società civile dal Decreto legislativo 33/2013 ai fini dell’esercizio del Diritto di sapere. Permette a chiunque, senza avere un particolare interesse da dimostrare, di richiedere a qualunque ente di  Pubblica Amministrazione informazioni che avrebbero già dovuto essere presenti nella pagina “Amministrazione trasparente” ma che non sono state finora pubblicate.

Nel caso della campagna “Pensa alla salute”, questo diritto lo concentreremo sugli appalti. Significherà poter rivolgere domande di accesso alle stazioni appaltanti regionali al fine di avere accesso all’intero set di dati che la normativa prevede che vada online sul tema appalti.

Per saperne di più sull’accesso civico, leggi l’articolo di approfondimento.

 

Accesso civico generalizzato (FOIA)

È il secondo  “strumento” messo a disposizione della società civile dal Decreto legislativo 33/2013, o meglio da una successiva riforma nel 2016 che lo ha integrato, ai fini di più più esteso esercizio del Diritto di sapere” Foia sta per Freedom of information act, che è il nome con cui viene chiamata questa disciplina a livello internazionale.  È il diritto di chiunque di accedere a dati, informazioni e documenti detenuti dalla Pubblica Amministrazione ulteriori rispetto a quelli oggetto di pubblicazione obbligatoria nella pagina “Amministrazione Trasparente”, con i soli limiti relativi alla tutela di interessi pubblici e privati giuridicamente rilevanti, senza superare le soglie di sostenibilità e senza che si assumano le forme di una richiesta vessatoria.

Nel caso della campagna “Pensa alla salute”, potrà aiutarci a chiedere un “di più di trasparenza” quando pensiamo non riesca a bastare quella già prevista dalla normativa, tanto relativamente agli Appalti COVID quanto alla Città della salute.

Per saperne di più sull’accesso civico, leggi l’articolo di approfondimento.

 

Advocacy

È l’azione della cittadinanza utile a rendere concreti e realizzati i diritti stabiliti dalla Costituzione e dalle carte internazionali. Può assumere forme diverse, come campagne di sensibilizzazione sociale, petizioni online, azioni di cittadinanza.

“Pensa alla salute” è essa stessa un’azione di advocacy, volta a garantire il rispetto di due diritti fondamentali: quello relativo alla tutela della salute e il secondo circa la conoscibilità dell’azione pubblica nelle forme della trasparenza integrale.

Come Libera, scegliamo di affidare questo compito soprattutto ai nostri territori organizzati in forme comunitarie che accompagniamo nella formazione, nel sostegno e nell’empowerment, come appunto quello piemontese che ha generato la presente campagna.

 

Empowerment

È una parola che fa rima con “advocacy”. Come suggerisce il significato della parola, significa “dare o restituire potere”.

Nel caso dell’empowerment sugli strumenti della trasparenza, oggetto della campagna “Pensa alla salute”, significa utilizzare il diritto di sapere per riequilibrare lo squilibrio di potere tra cittadinanza, che rischia di rimanere spettatrice silente o persino di cadere nelle fake news, e decisori pubblici. Ciò vale tanto per come  si spendono risorse di tutti per il bene di tutti al fine di gestire l’emergenza COVID-19 quanto per la costruzione delle “citta della salute”  in regione.

Più in generale, empowerment significa agire su due livelli: lo “sviluppo di comunità” e la “azione sociale”, che sviluppandosi in una “partecipazione di gruppo” consente all’individuo di uscire da una dimensione solo individuale.

 

Open data

È il formato in cui la normativa della trasparenza  33 del 2013 prevede siano messi online i dati  pubblici da parte di amministrazioni e stazioni appaltanti. Il formato aperto, “libero” e accessibile a tutti i cittadini, permette di utilizzare, riutilizzare e scambiare dati tra banche dati diverse, senza limitazioni di copyright, brevetti o altro, e soprattutto rendendoli leggibili tanto a persone quanto a macchine. Rendere fruibili e accessibili i dati che riguardano la collettività significa fare in modo che tutti ne possano usufruire.

Nel caso della campagna “Pensa alla salute”, nel caso dei bandi COVID-19 è proprio l’assenza e la non comunicazione di dati in questa particolare forma che ci impedisce di avere piena conoscibilità di come stanno venendo spese le risorse per l’emergenza. Viceversa, nel caso della costruzione delle Città della salute chiediamo che si faccia lo sforzo in più di produrre dati aperti e di renderli intellegibili in un portale della trasparenza dedicato.  La trasparenza o  passa per il formato aperto e la completezza e fruibilità del dato, o non è trasparenza.

 

Open Government

È l’espressione che fa da cappello a tutte quelle iniziative che cercano di rendere procedimenti e decisioni pubbliche più trasparenti e aperti alla partecipazione dei cittadini. Più nello specifico, un governo che si propone di essere aperto deve garantire:

  • la trasparenza delle informazioni: i cittadini devono poter accedere a tutte le informazioni necessarie a conoscere il funzionamento e l’operato delle pubbliche amministrazioni;
  • la partecipazione: tutti i cittadini, senza alcuna discriminazione, devono essere coinvolti nei processi decisionali e nella definizione delle politiche contribuendo con idee, conoscenze e abilità al bene comune e all’efficienza delle amministrazioni e rendicontabilità.

È evidente come “Pensa alla salute” si ispiri al modello dell’Open government: vogliamo generare questo tipo di pratiche in Regione, tanto relativamente alla spesa COVID-19 quanto alla costruzione della città della salute.

Per saperne di più sull’accesso civico, leggi l’articolo di approfondimento.

 

Diritto di Sapere

È l’espressione che fa da cappello a tutte quelle forme e strumenti che garantiscono al cittadino la possibilità di venire a conoscenza delle modalità con le quali la pubblica amministrazione prende decisioni, si organizza e amministra risorse pubbliche. La pagina “Amministrazione trasparente”, le forme di accesso civico, semplice o generalizzato, il formato di dati open, la trasparenza intesa anche come fruibilità: sono tutte strategie che permettono l’esercizio di questo diritto, nate con la Legge 190 del 2012 e ancor di più con il decreto 33 del 2013.

Nel caso della campagna “Pensa alla salute”, vogliamo che sia, a tutte e tutti, riconosciuto questo diritto specie in una fase storica in cui è oltremodo necessario rendere la cittadinanza consapevole di come vengono spese le risorse collettive, specie se riguardano il diritto alla salute.

Per saperne di più sul diritto di sapere, leggi l’articolo di approfondimento.

 

Anac

È l’acronimo di Autorità Nazionale Anticorruzione, Autorità amministrativa indipendente istituita con legge n. 190 del 2012 e poi successivamente rimodellata, con la scopo di prevenire la corruzione nelle Amministrazioni Pubbliche e nelle società partecipate e controllate.

Nel caso dei temi oggetto di “Pensa alla salute”, ossia gli appalti, Anac vigila attivamente sui contratti pubblici (dal bando di gara all’esecuzione) ed sui settori della pubblica amministrazione più a rischio di sviluppare fenomeni corruttivi, incluso l’emergenza COVID-19, intervenendo sia in sede consultiva che mediante regolamenti. Il nostro lavoro prende atto dai dati che vengono (o meno) comunicati all’Autorità stessa.

 

Whistleblowing/Whistleblower

Whistleblower è colei o colui che, dall’interno di una Pubblica Amministrazione, di un’azienda o di un ente, segnala un atto o dichiara un sospetto di irregolarità o di illecito a cui assiste sul luogo di lavoro. Whistleblowing è l’istituto che tutela la riservatezza o l’integrità di chi  segnala (nel senso che il suo nome non sarà noto alle persone coinvolte nell’atto opaco, o che è tutelato da eventuali ritorsioni post segnalazione), a meno che la cosa non acquisisca una dimensione penale.

Nella nostra campagna “Pensa alla salute”, al fine di implementare un’azione di monitoraggio sull’opera, chiediamo che siano potenziate le misure di promozione dell’istituto e tutela per chi potrà segnalare eventuali opacità all’interno della costruzione delle “Città della salute”, come quel “qualcosa di più” da poter fare da parte delle istituzioni di fronte a un’opera così impattante.

Per saperne di più sul whistleblowing, Leggi l’articolo di approfondimento.

 

Illuminare

È, cronologicamente, la prima fase della nostra campagna “Pensa alla salute”. Significa che possiamo monitorare solo se prima riusciamo a fare piena luce sui dati, e questo vale tanto relativamente agli appalti COVID-19 quanto alla costruzione delle Città e Parco della salute.

C’è però una significativa differenza nelle due richieste di “luce”. Nel caso degli appalti COVID-19, “illuminare” significa molto spesso chiedere dati che non sono ancora stati forniti in forme integrali o aperte  e quindi comunicati ad Anac specie nella fase di esecuzione: ecco perché chiediamo anzitutto di avere a disposizione ogni dato utile. Per ciò che riguarda le “città e parco  della salute”, se è vero la trasparenza è rispettata, lo è solo nella parte di obbligo formale e non per ciò che attiene alla fruibilità. Abbiamo cioè molti dati, ma secondo un criterio cronologico e non d’intuizione e di facile comprensione: per questo chiediamo che sia organizzato un portale della trasparenza dedicato

Per saperne di più sul monitoraggio civico e le comunità monitoranti, leggi l’articolo di approfondimento.

 

Monitorare

È, cronologicamente, la seconda fase della nostra campagna “Pensa alla salute”. Significa che, avuti i dati tramite “l’illuminare” e organizzati in forma di comprensibilità sia sulle spese COVID-19 che sulla città della salute, vogliamo passare all’andare a vedere che cosa quei dati contengono.

In concreto: nel caso delle spese covid, tramite la costituzione di un Osservatorio sulla domiciliarità, vogliamo verificare le risorse erogate per l’Assistenza domiciliare integrata stiano producendo i risultati attesi. Nel caso delle Città e parco della salute, vogliamo invece avere garanzia che tutto avvenga nel rispetto del criterio di coinvolgimento civico e di integrità, ed ecco perché chiediamo che si prevedano strumenti di monitoraggio, istituzionale e civico, di livello avanzato quali patti d’integrità, white list, potenziamento del whistleblowing e qualunque azione ulteriore atta a questo fine.

Per saperne di più sul monitoraggio civico e le comunità monitoranti, leggi l’articolo di approfondimento.

 

Partecipare

È, cronologicamente, la terza e ultima fase della nostra campagna “Pensa alla salute”. Significa che, illuminati i dati e monitorato che si stia agendo secondo obiettivi e integrità, intendiamo offrire il nostro contributo come società civile, allargata ovviamente alla sola possibile azione di Libera, circa il come orientare la spesa covid e il come strutturare le “città della salute in regione”, quasi a generare un dibattito pubblico permanente che vada verso il modello dell’open government.

Per saperne di più sul monitoraggio civico e le comunità monitoranti, leggi l’articolo di approfondimento.

 

Comunità monitoranti

Sono gruppi di persone e reti di comunità che nascono con il fine di prendersi cura del bene comune tramite la forma del monitoraggio civico. Come Libera, consideriamo comunità i nostri territori: presidi, associazioni aderenti, coordinamenti provinciali e regionali, ma anche reti territoriali più ampie che si riconoscono nel medesimo fino. Una comunità monitorante è soprattutto un incubatore di “giusti interrogativi” di monitoraggio da costruire attorno ad esigenze, bisogni, problemi, specifici del territorio. Accompagniamo e incoraggiamo queste realtà attraverso il progetto “Common”, promosso con il supporto di Gruppo Abele.

Nel caso di “Pensa alla salute”, come Libera Piemonte abbiamo voluto darci la forma di una comunità monitorante al fine di illuminare, monitorare e partecipare alla spesa COVID-19 e alla costruzione delle “città e parco della salute” in regione.

Per saperne di più sul monitoraggio civico e le comunità monitoranti, leggi l’articolo di approfondimento.

 

Monitoraggio civico

È tutto ciò che, non messo in campo dalle istituzioni ma appunto tramite un’azione dal basso, è possibile fare per garantire trasparenza delle diverse forme di bene comune e prevenire malamministrazione. È cioè l’attività di controllo sulle azioni e le scelte della pubblica amministrazione da parte di cittadine e cittadini, specie se organizzati in comunità monitoranti, basate sulle informazioni e sui dati condivisi dalle amministrazioni monitorate.

Nel caso di “Pensa alla salute”, come Libera Piemonte vogliamo appunto rispondere a quello che a tutti gli effetti è un diritto/dovere che la legge sulla trasparenza 33 del 2012 ci mette in capo: quello del “controllo diffuso”.

Per saperne di più sul monitoraggio civico e le comunità monitoranti, leggi l’articolo di approfondimento.

 

Legge 190 del 2012

È la legge che inserisce nel nostro ordinamento l’attività di prevenzione della corruzione. Prima dell’istituzione di questa norma in Italia ci limitavamo a combattere la corruzione con le sole armi del contrasto; ovvero con i magistrati e forze di polizia, attraverso l’utilizzo del codice penale e dei reati in esso inscritti.

Con la Legge 190/12 si tenta di prevenire il malaffare che significa anche mettere un argine alla forza delle mafie le quali non trovando le precondizioni per offrire i loro servizi, saranno costrette a trovare forme più complicate e maggiormente perseguibili per mettere le mani sul bene comune. Con questa legge la Pubblica Amministrazione è tenuta a compiere due cose: la prima, fare di tutto per prevenire il malaffare al proprio interno, attraverso strategie come la rotazione degli incarichi, i codici etici, definire la figura del responsabile della corruzione, riferire le segnalazioni di episodi opachi, realizzare il Piano triennale anticorruzione fondato sull’analisi dei rischi di cattiva amministrazione; la seconda, rendersi totalmente conoscibile, (salvo alcune comprensibili eccezioni legate alla sicurezza di Stato) mettendo online dati sul come ci si organizza, si spende, si prendono le decisioni. I destinatari di questa conoscibilità, ossia coloro i quali hanno diritto di accedere totalmente a questi dati, sono i cittadini che, attraverso i portali della Pubblica Amministrazione, nella sezione apposita denominata “Amministrazione trasparente”, hanno a disposizione tutte le informazioni dell’amministrazione presa in esame. Il solo fatto di essere cittadina o cittadino ci garantisce di poter conoscere la Pubblica Amministrazione senza dover motivare nulla. Anzi, sarà lo Stato a dover motivare un’eventuale assenza di dati o a provvedere tempestivamente se la mancanza non risulti fondata, magari a seguito proprio di una tua richiesta di informazioni, che si chiama “accesso civico”, semplice o generalizzato che sia. I cittadini possono quindi operare vigilanza diffusa non solo in un’ottica di anticorruzione e monitoraggio del patto fiduciario, ma di compartecipazione civica alla buona gestione della cosa pubblica. Attorno a questa visione, Libera e Gruppo Abele hanno costruito l’iniziativa Common – comunità monitoranti.

“Pensa alla salute” vuole dare compimento a questa norma tarandola sui temi delle spese COVID-19 e della costruzione in Piemonte delle “città della salute”.

Per saperne di più sul diritto si sapere, leggi l’articolo di approfondimento.

 

Decreto 33 del 2013

Applicativo della Legge 190 del 2012 sulla prevenzione della corruzione, è il decreto tutto dedicato alla trasparenza amministrativa. È grazie a questo decreto se ogni cittadino può esercitare il suo Diritto di sapere.

Per saperne di più sul diritto di sapere, leggi l’articolo di approfondimento.

 

Pagina “Amministrazione trasparente

È la pagina, contenuta nei siti internet di tutti gli Enti pubblici o semi-pubblici (dal Comune ai ministeri, dalle camere di commercio alle Aziende sanitarie, dalle società partecipate alle autorità portuali), in cui trovare una grande quantità di informazioni e dati relativi a come quegli stessi Enti spendono risorse, si organizzano, prendono le decisioni. È il Decreto legislativo 33 del 2013 che indica esattamente cosa va obbligatoriamente pubblicato. “Amministrazione trasparente” è il primo strumento che ogni cittadino è chiamato a utilizzare per avere consapevolezza dell’immensa mole di dati pubblici che già sono disponibili online.

Con la campagna “Pensa alla salute”, intendiamo andare a verificare l’esistenza, la consistenza e la sussistenza dei dati presenti in questa pagina relativi alle spese COVID-19.

 

Trasparenza integrale

Con questa espressione facciamo riferimento a un obiettivo espresso per la prima volta in A.Vannucci, L.Ferrante, Anticorruzione pop, Edizioni Gruppo Abele 2016. È una concettualizzazione che parimenti mette insieme lo sforzo per la rendicontabilità amministrativa (la trasparenza) con il fine primario che attraverso essa si garantisce (l’integrità). L’idea a monte è che tramite la conoscibilità della cosa pubblica sia possibile ricostruire fiducia sociale se distrutta, ricomporla se lesionata, mantenerla intatta. Pertanto, per evitare quella frattura dell’integrità così difficile da ricostituire, occorre che la corruzione e la malagestione vadano anzitutto prevenute, anticipandole prima che si compiano, costruendo un apparato pubblico dalle mura di vetro, anzi di cristallo infrangibile, dove tutto sia osservabile e valutabile da tutti, ma con porte blindate per assicurare protezione dai ladri, rendendo il vivere collettivo (e la cosa pubblica) inospitale per i corruttori, inaccessibile ai corrotti, indisponibile alle mafie. Non solo: è necessario un impegno ulteriore per creare un presidio nella Pubblica Amministrazione ad opera di una società civile capace di vigilare con la cura e l’attenzione che servono. Affinché la trasparenza integrale possa realizzarsi, occorre attivare sia strategie di prevenzione istituzionale del malaffare, ossia tutto quello che gli Enti possono fare al loro interno per rendere inoffensivi i circuiti opachi, quanto le prassi civiche di monitoraggio dal basso.

Con “Pensa alla salute”, ci ispiriamo a questo grado di trasparenza, affinché basandosi su di essa sia possibile costruire efficaci strategie di open government.

 

P.A.

Sigla che sta per “Pubblica Amministrazione”.

 

Portale della trasparenza

È da intendersi come una sorta di faldone digitale che mette insieme, assemblandoli, dati e informazioni in licenza e con formato aperti (molti dei quali la legge ne prevede l’obbligo di pubblicazione) e che insistono su uno stesso tema pur provenendo da fonti diverse (uffici interni allo stesso ente, enti pubblici diversi tra loro, in alcuni casi anche soggetti privati e civici). Quello che c’è dietro un portale non è troppo diverso da un gigantesco foglio di calcolo, con tanti numerini per ogni cella, ma con il vantaggio di offrire al tempo stesso un cosiddetto “cruscotto”, ossia un modo per rendere quella tabella intellegibile e interrogabile da chi la fruisce.
Come Libera Piemonte e con “Pensa alla salute”, chiediamo un portale della trasparenza per avere maggior contezza della costruzione delle diverse “Città e parchi della salute”. Vogliamo segnare un cambio di passo rispetto all’attuale pagina già attiva sul sito della stazione appaltante Parco della salute, che presenta i dati per il solo criterio cronologico. Chiediamo viceversa un portale che:

– risponda alla capacità di lettura dei cittadini, organizzando i dati secondo la logica del “quando” (indicando lo stato dei tempi dell’opera nelle sue diverse fasi), del “come” (la si vuole costruire, dando contezza delle forme d’appalto), del “dove” (s’intende far sorgere le nuove strutture), del “chi” (si sta occupando dell’opera considerando che il privato interverrà nella sua costruzione e in quali forme) e prima ancora del “perché” si sia scelto di costruire l’opera stessa.

– sia “multifonte”, ossia che faccia convogliare al suo interno ogni dato che attiene alla costruzione delle città della salute, senza richiedere di dover barcamenarsi in portali diversi;

– contenga dati aperti perennemente aggiornati, utilizzabili e riutilizzabili secondo gli scopi che ciascuno vorrà porsi nell’atto di vigilanza civica da parte di società civile organizzata, giornalisti, esperti.

– preveda una pagina per ogni città della salute del territorio piemontese

– preveda la possibilità di adattarsi a nuovi bisogni di sapere che emergeranno, ossia integrando nuove funzionalità a seconda di future esigenze di trasparenza.

 

Patto d’integrità

Per spiegare cosa sia un patto d’integrità, rimandiamo al portale www.monitorappalti.it che riporta le sperimentazioni di patti in forma avanzata attive in Italia.
Come Libera Piemonte e con “Pensa alla salute”, ci rifacciamo soprattutto all’esperienza di patti d’integrità cosiddetti avanzati, ossia che prevedono che il documento di patto di monitoraggio sia siglato da tre (e non solo due) soggetti: l’ente appaltante, le società partecipanti alla gara e un ente civico monitorante.  Il patto viene siglato al fine di prevedere “un controllo incrociato e sanzioni nel caso in cui si cerchi di eluderlo”, per come riporta Monitorappalti.
Nella nostra campagna “Pensa alla salute”, abbiamo citato i patti d’integrità tra gli strumenti avanzati di monitoraggio, istituzionale e civico, che proponiamo al fine di garantire maggior vigilanza sulla costruzione delle “città della salute”. Precisiamo che, al fine di evitare conflitti di interesse e anche per una questione di competenze, come Libera non ci candideremo ad eventuali percorsi per l’individuazione del soggetto civico monitorante. Le nostre forme di monitoraggio sono infatti quelle fondate sulle comunità, che non prevedono competenze specifiche nella vigilanza di appalti, ma che sono finalizzate a stimolare una diffusa azione dal basso atta a produrre richiesta di trasparenza e rendicontabilità.

Per saperne di più sul monitoraggio civico e le comunità monitoranti, leggi l’articolo di approfondimento.

 

Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPTC)

È la/il dirigente che la Legge 190 del 2012 individua al fine di “fare cose” contro la corruzione e per la trasparenza, con l’obiettivo di rendere l’ente a cui appartiene “impermeabile” al malaffare e all’opacità. In dettaglio: è il RPCT che indica agli uffici competenti all’esercizio dell’azione disciplinare i nominativi dei dipendenti che non hanno attuato correttamente le misure in materia di prevenzione della corruzione e di trasparenza. Sempre il RPCT propone alla sua Pubblica Amministrazione il Piano triennale per la prevenzione della corruzione entro il 31 gennaio di ogni anno, ne cura la trasmissione all’Autorità nazionale anticorruzione  e ne  verifica dell’efficace attuazione. Ancora: è chiamato a verificare, d’intesa con il dirigente competente, l’effettiva rotazione degli incarichi negli uffici preposti allo svolgimento delle attività nel cui ambito è più elevato il rischio che siano commessi reati di corruzione. Raccoglie e gestisce segnalazioni di whistleblowing e svolge ancora una pluralità di azioni che viene difficile elencare in dettaglio.

Non come ultima cosa, considerando che ci interessa anche come campagna “Pensa alla salute”, è chiamato a dialogare con i cittadini in merito alla trasparenza e alle forme di accesso civico. Occorre comunque tenere presente che, sebbene è utilissimo un confronto con il RPCT, come Libera Piemonte chiediamo un’interlocuzione politica e non solo amministrativa.

Per saperne di più sul whistleblowing, Leggi l’articolo di approfondimento.

 

Piano triennale di prevenzione della corruzione e della trasparenza (PTPC)

(L. 190/2012) è il documento programmatico (ovvero contiene un programma di attività che la pubblica amministrazione ha intenzione di mettere in campo) che copre la durata di tre anni (ma che si rinnova ogni anno) e che illustra la strategia volte alla riduzione della corruzione sulla base di un’analisi della propria organizzazione e dei propri protocolli.

Come campagna “Pensa alla salute”, ci interessa conoscere questi documenti (che tutta la PA deve avere, quindi anche Regioni, Comuni e di conseguenza tutte le stazioni appaltanti) per verificare se, in che forme e per quali azioni, tanto il tema della spesa COVID-19 quanto quello della costruzione delle “Città della salute”sono/saranno previsti nelle attuali e (specie nel caso COVID) future versioni del piano.

 

Accountability

L’obbligo dei governi di “rendere conto” ai cittadini del proprio operato e delle proprie decisioni, garantendo la piena responsabilità dei risultati conseguiti. È il fine della trasparenza, che è appunto il mezzo per giungere alla rendicontabilità.
Come Libera, preferiamo l’espressione “trasparenza integrale”, che include il concetto di accountability.

 

Soglie di sostenibilità

Questa voce va di pari passo con quella relativa all’accesso civico generalizzato. Significa che ciascuna amministrazione può indicare una soglia corrispondente al carico di lavoro massimo che essa ritiene sostenibile in relazione a una richiesta di accesso FOIA, appunto. La predeterminazione di tale soglia può essere effettuata, con circolare o regolamento, indicando il numero massimo di ore di lavoro che l’amministrazione è in grado di dedicare alla trattazione di una singola richiesta (o di un insieme di richieste provenienti da uno stesso soggetto in un determinato arco temporale, pari, ad esempio, a sei mesi). Nel Regno Unito, ad esempio, la soglia di sostenibilità prevista per le amministrazioni centrali corrisponde a 24 ore di lavoro, mentre quella prevista per le amministrazioni territoriali è pari a 18 ore di lavoro.

Come “Pensa alla salute”, lavoreremo per non superare queste soglie di carico di lavoro massimo. Va infatti considerato che, come Libera, le nostre domande di accesso non sono mai finalizzate a mettere in difficoltà l’amministrazione con molteplici richieste, quanto all’avere dati necessari al nostro diritto di sapere.

 

Richiesta vessatoria

Anche in questo caso stiamo parlando di limiti all’esercizio dell’accesso civico generalizzato. Se la nostra richiesta di dati va a qualificarsi come pretestuosa o irragionevole in base a parametri oggettivi (tutti da dimostrare ad opera della PA), la domanda può essere respinta. Il carattere vessatorio della richiesta può desumersi dalle sue caratteristiche e sulla base di parametri oggettivi, quali l’oggetto, la veste formale, il tono o il grado di ripetitività in un periodo limitato di tempo. Non si può invece fare riferimento a criteri concernenti l’identità del richiedente o al fatto che più richieste provengano da uno stesso soggetto.

Come Libera Piemonte e con la campagna “Pensa alla salute” non vogliamo assolutamente essere percepiti come vessatori: vogliamo viceversa che sia ci sia riconosciuto il nostro diritto di sapere stabilito da legge. Anche il nostro stile di comunicazione avviene e avverrà nelle forme del continuo rispetto: vogliamo compartecipare alla cura del bene comune e non delegittimare le istituzioni.


TEMA APPALTI

 

Contratti

Per definizione è il modo per regolamentare la nascita, la modifica o l’estinzione di un rapporto valutabile economicamente; un documento in cui si incontrano le volontà delle parti e che ne regola i rapporti. Nel caso dei contratti pubblici possiamo dire che è lo strumento con cui la P.A. acquista le risorse necessarie per realizzare gli interessi pubblici che le sono assegnati. La differenza con i contratti dei privati è sul piano della libertà. Le P.A. non sono libere di scegliere autonomamente con chi fare un contratto e/o a che condizioni, ma devono seguire procedimenti oggettivi  per consentire a tutti, in condizioni uguali, uguali possibilità di partecipazione.
Nel caso della campagna “Pensa alla salute”, vogliamo concentrarci non solo su tutti gli appalti relativi alla gestione dell’emergenza COVID-19, ma anche sulla fase esecutiva dei contratti che ne derivano, che spesso resta ampiamente scoperta quanto a trasparenza.

Per saperne di più sugli appalti pubblici, leggi l’articolo di approfondimento.

 

Appalti

Il codice civile li definisce come contratti con i quali una parte assume, con organizzazione dei mezzi necessari e con gestione a proprio rischio, il compimento di un’opera o di un servizio verso un corrispettivo in danaro. Nel caso del sistema pubblico si intende per appalto tutto quello che viene commissionato da una P.A. attraverso delle procedure, differenti in base al valore economico dell’acquisto. Il principio è lo stesso ma il corrispettivo in danaro sono soldi pubblici, gestiti dalle singole amministrazioni. In sostanza, dopo la pubblicazione di un bando, chi è in possesso dei requisiti richiesti per realizzare quel lavoro/servizio/fornitura, può proporsi all’amministrazione dimostrando di non avere alcuna infiltrazione mafiosa, di essere in regola con le tasse e di saper fare, più tecnicamente, quello che si propone di fare. L’amministrazione sceglie o chi offre il miglior prezzo (offerta al prezzo più basso) o chi offre il miglior rapporto qualità/prezzo (offerta economicamente più vantaggiosa). In entrambi i casi è tenuta a pubblicare gli esiti della scelta. Es. Il Comune di Alfa ha bisogno di supporto per l’organizzazione del proprio archivio informatico (servizio). Pubblica un bando, con piccole differenze di diffusione in base all’importo che stima di dover spendere sulla base del costo medio sul mercato, e chiede a chiunque voglia partecipare di dimostrare il possesso di alcuni requisiti (generali e professionali magari che abbia svolto già servizi analoghi) e di fare un’offerta economica. Al termine della procedura comparativa il Comune di Alfa firmerà il contratto solo con chi, correttamente qualificato e verificato, avrà fatto la migliore offerta.

Con “Pensa alla salute”, vogliamo avere una duplice  contezza: la prima si estende a tutti gli appalti avviati  in Regione per le spese COVID-19; la seconda riguarda le forme di spesa per la costruzione delle “città della salute”.

Per saperne di più sugli appalti pubblici, leggi l’articolo di approfondimento.

 

Decreto legislativo 50 del 2016

È la normativa attualmente in vigore sugli appalti, anche detto Codice dei Contratti Pubblici. Questo codice raccoglie, più o meno fedelmente, le richieste che ci sono state fatte dall’Unione Europea, e nello specifico le direttive 2014/23 e 2014/24 e 25. Prima di lui la materia era raccolta in un altro decreto legislativo, 163 del 2006, e prima ancora nella Legge Merloni (109/1994). Tutti questi provvedimenti sono stati influenzati dalla legislazione europea. Ma prima ancora in Italia ci si era posti il problema di come consentire alle pubbliche amministrazioni di stipulare dei contratti con i privati (singoli o società) per acquistare o realizzare gli interessi pubblici. La prima legge è addirittura del 1865 (ed alcune parti ne sono ancora in vigore), quelle subito successive sono degli anni 20 e prevedevano un sistema non troppo lontano da quello odierno (tranne per l’uso delle candele e della ceralacca) per garantire a tutti la possibilità di contrattare con la P.A. ed evitare le distorsioni della concorrenza ed il diffondersi di possibili strumenti di corruzione.

Per saperne di più sugli appalti pubblici, leggi l’articolo di approfondimento.

 

Appalti Covid

Tutti gli appalti per servizi/lavori o forniture avviati dalle amministrazioni pubbliche per gestire l’emergenza COVID -19.
Sono quelli che vogliamo illuminare e  monitorare, almeno per ciò che attiene al Piemonte, con la campagna “Pensa alla salute”.

 

Stazioni appaltanti

Le pubbliche amministrazioni, nel momento in cui acquistano un bene/servizio/fornitura, diventano stazioni appaltanti. Devono seguire le regole del codice dei contratti pubblici perché si trovano a gestire soldi e/o interessi pubblici. L’intenzione da un pò di tempo a questa parte è quella di ridurre le stazioni appaltanti “centralizzandole”. Questo significherebbe che il piccolo Comune, ad esempio, non possa più fare appalti ma dovrebbe rivolgersi a chi è qualificato (con personale dedicato competente e risorse necessarie) favorendo di gran lunga le possibilità di controllo. Ad oggi però per indire una gara d’appalto è sufficiente essere iscritti come stazione appaltante nell’AUSA – Anagrafe Unica delle Stazioni Appaltanti oppure rivolgersi a delle “centrali di committenza” che accorpano le richieste.

Con “Pensa alla salute”, da un lato ci rivolgiamo a tutte le stazioni appaltanti della regione Piemonte, chiedendo loro di essere pienamente rendicontabili per ciò che attiene alle spese Covid-19 sostenute, anche comunicando i relativi dati all’Anac; parimenti, chiediamo alla stazione appaltante “Parco della salute”, che ha la responsabilità economica delle “città della salute”, di garantire piena conoscibilità e fruibilità, tramite le forme del portale della trasparenza, in merito alla costruzione di queste opere.

Per saperne di più sugli appalti pubblici, leggi l’articolo di approfondimento.

 

Affidamenti in-house (o in-house providing)

Sono le società sulle quali una o più pubbliche amministrazioni esercitano un controllo analogo ossia un’influenza determinante sia sugli obiettivi strategici che sulle decisioni significative della società controllata. I capitali investiti possono essere misti (pubblico- privati) ma la gestione deve essere pubblica in misura maggioritaria. Vista la loro natura se l’amministrazione ha bisogno di un bene/servizio che la società in-house produce, non vi è necessità di applicare il codice dei contratti pubblici trattandosi, in pratica, di un affidamento da amministrazione a quasi-amministrazione.

 

Sotto-sopra soglia comunitaria

Sono degli importi limite, decisi dall’Unione Europea ed indicati nell’art. 35 del codice dei contratti pubblici, periodicamente aggiornati. Sotto detti importi la pubblicità da dare alle procedure di gara è minore, a valenza solo nazionale; sopra, è obbligatorio pubblicare degli avvisi anche sulla gazzetta ufficiale dell’UE (GUCE) per consentire ad imprese straniere di conoscere l’occasione e di potersi presentare. Attenzione però, questo non significa che sotto-soglia non possano partecipare imprese non italiane, ma solo che le P.A. non sono tenute a diramare l’avviso oltre i confini nazionali.

 

Lotti

Sono le unità  in cui vengono divise gli appalti. Possono essere lotti cosiddetti funzionali o lotti prestazionali. È suggerita la divisione in lotti per consentire anche ad imprese piccole di partecipare perché magari non sono in possesso dei requisiti per partecipare all’appalto interamente considerato (solitamente si chiede di dimostrare di avere un fatturato pari o doppio all’importo a base d’asta). Ma è fatto assoluto divieto di dividere in lotti un affidamento al solo scopo di dividere l’importo, ridurlo e fare così procedure ad affidamento diretto o sotto-soglia.

 

Consip

È la centrale acquisti della P.A. ossia una centrale di committenza nazionale. Nasce come  “Concessionaria Servizi Informativi Pubblici” per gestire i servizi informatici appunto ma dal 2012 diventa un punto focale. L’idea è quella di informatizzare tutti gli acquisti della P.A. e contemporaneamente di renderli più agevoli attraverso la creazione di un vero e proprio Mercato Elettronico

 

MePa

Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione, è una piattaforma online gestita da Consip, voluta dal Ministero dell’Economia e delle Finanze che permette alle P.A. di acquistare beni e servizi presenti sul catalogo MePa, di importo inferiore alla soglia comunitaria (dal 1 gennaio 2020, 139 mila euro per le PA centrali e 214 mila euro per le altre amministrazioni).

 

Sistema dinamico di acquisizione

Stiamo parlando dei contenuti dell’art. 55 del codice dei contratti pubblici. Per acquisti di uso corrente, le cui caratteristiche, così come disponibili sul mercato, soddisfano le esigenze delle stazioni appaltanti, si può far uso di un sistema dinamico di acquisizione. Il sistema dinamico di acquisizione è un procedimento interamente elettronico ed è accessibile a tutti gli interessati qualificati per tutto il periodo di efficacia.

Per saperne di più sugli appalti pubblici, leggi l’articolo di approfondimento.

 

Accordi quadro

Stiamo parlando dei contenuti dell’art. 54 del codice dei contratti pubblici. Il codice li definisce infatti come gli accordi conclusi tra una o più stazioni appaltanti e uno o più operatori economici  il cui scopo è quello di stabilire le clausole relative agli appalti da aggiudicare durante un dato periodo (massimo 4 anni), in particolare per quanto riguarda i prezzi e, se del caso, le quantità previste. Si fissano quindi delle cornici di riferimento per un periodo temporale determinato evitando di dover contrattare con singoli affidamenti materie analoghe e di frequente necessità.

Per saperne di più sugli appalti pubblici, leggi l’articolo di approfondimento.

 

Affidamento diretto in adesione ad accordo quadro/convenzione

gli affidamenti diretti, come detto, consentono alla P.A. di prescindere da specifiche procedure e di affidare, direttamente appunto, in modo più simile a quanto avviene tra privati, la realizzazione di un bene/lavoro/servizio. Nel caso in cui ciò avvenga nell’ambito di un accordo quadro significa che le modalità/i prezzi/ i tempi sono decisi già nell’accordo (frutto invece di una procedura pubblica) e per ogni singola necessità la P.A. da vita all’accordo quadro mediante un affidamento diretto; nel caso della convezione ci riferiamo ad uno strumento presente sul MEPA – Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione simile ad un accordo quadro. Consip infatti, la centrale acquisti della P.A., stipula un Contratto Quadro, in virtù del quale l’impresa, prescelta con una gara europea, si impegna ad accettare, sino a concorrenza della quantità massima complessiva stabilita dalla Convenzione ed ai prezzi e condizioni ivi previsti, ordinativi di fornitura di beni e servizi da parte di tutte le Pubbliche Amministrazioni. In questo caso l’affidamento diretto è comunque sorretto dalla scelta, aperta trasparente e concorrenziale, già effettuata da Consip.

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Affidamento diretto

Stiamo parlando dei contenuti dell’art. 36 comma 2 lett. a) del codice dei contratti pubblici. Sono possibili solo per importi minori e proprio per questo motivo consentono alle P.A. di comportarsi più come privati scegliendo quasi liberamente a chi affidare un lavoro/servizio/fornitura. Prima del decreto semplificazioni del 2020 l’importo sotto il quale erano consentiti era di 40.000 euro. Attualmente arriva fino a 75.000/150.000 euro a seconda dell’oggetto. In questo caso quindi la P.A. non ha particolari obblighi nè procedimentali nè di pubblicazione ma è sempre opportuno motivare le ragioni che hanno impedito o fatto ritenere più idoneo evitare il confronto sul mercato a meno che non si tratti di situazioni particolarmente urgenti (ma comunque anche in questo caso sarebbe meglio descrivere, anche più sommariamente l’urgenza). Esempio: L’Azienda Ospedaliera Zeta ha bisogno di riparare le tende di alcune stanze, acquistando quindi un servizio/fornitura ad hoc. Sa che il prezzo è di circa 25.000 euro, fornitura delle tende e montaggio compreso. Chiede quindi un preventivo (anche uno solo) e firma direttamente una lettera di incarico indicando le necessità riscontrate, il prezzo e qualche altro elemento. Non serve però alcun confronto o formalità ulteriore.
Con “Pensa alla salute”, attraverso gli strumenti dell’accesso civico, cerchiamo di ottenere maggiore trasparenza sugli affidamenti diretti legati all’emergenza Covid, cercando così di ottenere più informazioni e più chiarezza anche per gli  importi (non più) bassi.

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Procedura negoziata per affidamenti sotto soglia

Stiamo parlando dei contenuti dell’art. 36 comma 2 lettere b) c) c-bis) del codice dei contratti pubblici. In questo caso sempre in base all’importo, serve un minimo di confronto tra le imprese sul mercato per consentire a più soggetti di partecipare, ottenere il miglior servizio/bene sul mercato e impedire l’affidamento sempre ai soliti imprenditori/fornitori. Allora la P.A. dovrà trovare 5/10/15 operatori economici a cui chiedere un preventivo (magari con un avviso pubblico, una specie di chiamata agli interessati) e poi selezionerà il migliore o solo in termini di prezzo o di rapporto qualità/prezzo. Qui è necessario che pubblichi anche i soggetti invitati (dopo aver concluso la procedura).

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Procedura aperta

Stiamo parlando dei contenuti art. 60 del codice dei contratti pubblici. Qualsiasi interessato può presentare un’offerta in risposta ad un bando se è in possesso dei requisiti richiesti. È la procedura di gara che più  garantisce la tutela della concorrenza, per le pubblicazioni che richiede e per l’accessibilità potenziale di tutti, la trasparenza dell’operato della pubblica amministrazione, perché  tutto o quasi è oggetto di pubblicazione, e  la possibilità di ottenere un prodotto qualitativamente valido (se selezionato con offerta economicamente più vantaggiosa) ed economicamente conveniente. Esempio: il Comune di Delta deve fare un nuovo ospedale. Il progetto redatto dal team interno al Comune (altrimenti affidato ad esterni con queste stesse procedure)  dice che costerà circa 6 milioni di euro. Il Comune allora pubblica il bando sulla Gazzetta (Italiana ed Europea) e sui quotidiani. Tutti i soggetti qualificati possono partecipare. Verrà nominata una commissione di gara che analizzerà le istanze e le proposte e darà i punteggi (80 punti alla parte tecnica e 20 al prezzo). Il soggetto con più punti vincerà e otterrà l’appalto dopo che su di lui saranno espletate, positivamente, tutte le verifiche su quanto ha dichiarato.

Con “Pensa alla salute” vogliamo verificare l’effettiva pubblicazione di tutti i dati dei grandi appalti Covid nonché l’effettiva comunicazione degli stessi ad ANAC.

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Procedura ristretta

Stiamo parlando dei contenuti dell’art. 61 del codice dei contratti pubblici. Questa procedura di gara si articola in 2 fasi. Nella prima fase qualsiasi operatore economico può presentare una domanda di partecipazione in risposta ad un avviso. Nella seconda fase, solo i soggetti selezionati saranno invitati dalla stazione appaltante a presentare un’offerta. In questo modo l’amministrazione che procede avrà modo di valutare preventivamente il possesso dei requisiti da parte di chi si è candidato invitando solo chi è veramente qualificato per svolgere quel lavoro/servizio o consegnare quella fornitura.

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Procedura negoziata senza previa pubblicazione

Stiamo parlando dei contenuti dell’art. 63 del Codice dei contratti pubblici. In alcuni casi specifici e tassativi (ossia quelli e solo quelli) la stazione appaltante può, a prescindere dall’importo, affidare a seguito di un confronto più ristretto (5 operatori se esistenti sul mercato o 1 solo nel caso di situazioni particolari come brevetti/marchi infungibili) omettendo tutta la pubblicità altrimenti prevista. Uno dei casi contemplati e più ricorrenti, anche se più critici, è la “situazione di necessità e urgenza” che deve comunque essere documentata e ben motivata nella determina a contrarre ossia nell’atto del dirigente che autorizza la procedura.
Nel caso degli appalti legati all’emergenza Covid questa sembra essere l’ipotesi più frequente. Con “Pensa alla Salute” vogliamo verificare che nelle pieghe dell’emergenza non si siano inserite procedure non rispondenti alle ipotesi normative, poiché la maggiore celerità della procedura non consente comunque la totale oscurità dell’operato della P.A.

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Dialogo competitivo

Stiamo parlando dei contenuti dell’art. 64 del codice dei contratti pubblici. E’ una procedura di affidamento, ad un operatore economico, di un lavoro/servizio o di una fornitura che viene attivata quando l’amministrazione (stazione appaltante) non ha ancora le idee perfettamente chiare sulle modalità di realizzazione, magari per l’elevato tasso di specificità/tecnologia di quello che si mira ad ottenere. Si inizia quindi una fase obbligatoria di dialogo, negoziazione, per definire le modalità e le specifiche tecniche del prodotto finale per poi attuare la fase di gara vera e propria. Es. Nel 2018 il Comune di Reggio Emilia, volendo trasformarsi in una c.d. smart city, ha lanciato un dialogo competitivo chiedendo agli interessati di proporre strumenti o servizi web, applicazioni, progetti basati su dispositivi IT o altre infrastrutture senza avere un’idea precisa del proprio bisogno concreto. Ai candidati è stato richiesto di manifestare il proprio interesse a partecipare dimostrando il possesso dei requisiti base e poi, ai selezionati, di presentare delle soluzioni progettuali. Solo ai promotori di  quelle accolte è stato chiesto di  presentare anche un’offerta tecnica e di prezzo per la realizzazione dell’insieme dei servizi/beni ritenuti più utili al Comune proprio dopo il confronto (magari il servizio dell’operatore economico Beta + l’idea dell’impresa Gamma). In questo caso si è scelto di dividere l’appalto in 2 lotti e di affidare incarichi diversi a 2 soggetti diversi, con 2 differenti contratti.

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Partenariato Pubblico-Privato (PPP)

Una collaborazione tra pubblico e privato per il raggiungimento di un obiettivo pubblico. Anche per individuare i privati che partecipano ai PPP serve una procedura ad evidenza pubblica ma spesso viene svolta secondo lo schema del dialogo competitivo per decidere meglio e insieme come procedere.

 

Project financing

È una forma di partenariato pubblico-privato utilizzata per la realizzazione di lavori pubblici o di pubblica utilità. Il privato partecipa presentando un progetto (sulla bozza di quello reso noto dall’amministrazione) e paga la realizzazione. Sarà poi lui a gestire quanto realizzato incassandone i ricavi. Per partecipare infatti il privato deve presentare anche un Piano Economico Finanziario (PEF) che dimostri che l’operazione è economicamente sostenibile. Il PEF serve a controllare che vi sia equilibrio, evitare che l’impresa fallisca, calcolare eventuali ricavi o supporti a carico delle casse pubbliche. Di solito questa forma di partenariato viene utilizzata per le c.d. opere calde, ossia opere pubbliche che per loro natura sono in grado di generare potenti flussi di cassa (un parcheggio ad esempio). Sono più controverse per opere in cui invece è più difficile monetizzare profitti per lo spiccato interesse pubblico e la natura dell’opera realizzata/servizi resi (un ospedale ad esempio).

 

White List

È un elenco, tenuto dalla Prefettura del luogo dove ha sede l’impresa/professionista, delle imprese che sono risultate negative alle verifiche svolte sulle eventuali infiltrazioni mafiose. È obbligatorio iscriversi per alcune categorie merceologiche dove il rischio di infiltrazione è più alto (es. trasporti). Per tutte le restanti imprese, che vogliono partecipare alle gare pubbliche, e che pertanto devono essere controllate prima della stipula del contratto, le amministrazioni verificano acquisendo i dati direttamente, con una procedura meno immediata, tramite accesso alla Banca dati nazionale (presso il Ministero dell’Interno). Lo scopo è quello di prevenire le infiltrazioni e/o i condizionamenti mafiosi nelle e sulle imprese.

Nel caso di “Pensa alla salute”, chiediamo l’utilizzo di white list per garantire forme di monitoraggio ulteriore al fine di garantire che la costruzione delle “città e parco della salute” vada a buon fine senza disperdersi in opacità.

 

Procedura negoziata senza previa indizione di gara (settori speciali)

Stiamo parlando dei contenuti dell’art. 125 del codice dei contratti pubblici. In alcuni casi, simili a quelli previsti dall’art. 63 per i settori ordinari, le stazioni appaltanti, a prescindere dall’importo a base di gara, possono affidare il servizio/lavoro/fornitura senza pubblicare un bando ma invitando alcuni operatori economici (5 se esistenti nel settore) a presentare un’offerta.

Per saperne di più sugli appalti pubblici, leggi l’articolo di approfondimento.

 

TAR

L’art. 125 della nostra Costituzione dispone che in ciascuna Regione sia istituito un organo di giustizia amministrativa di primo grado. TAR sta proprio per Tribunale Amministrativo Regionale ed ha la funzione di garantire giustizia nelle materie regolate dal diritto amministrativo a cittadini ed enti e di sottoporre così anche la pubblica amministrazione alla legge.

La giustizia amministrativa ha solo 2 gradi (TAR e Consiglio di Stato) a differenza del diritto ordinario (civile – penale) che ne ha 3 (semplificando Tribunale – Corte d’Appello – Cassazione), ma come rimedio eccezionale è possibile anche il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica.

Nel caso della campagna “Pensa alla salute”, ma più in generale per tutte le azioni relative all’esercizio della trasparenza, ci interessa sapere che ci si rivolge al Tar a seguito di quella che si considera una violazione del diritto di accesso generalizzato”.

 

CIG

È il codice Identificativo di Gara, utilizzato per identificare un contratto pubblico stipulato in seguito ad una gara d’appalto. E’ uno strumento a disposizione dell’Anac per tracciare i flussi finanziari in caso di contratti pubblici e controllare che tutto venga svolto secondo le regole.
Il problema però, molto spesso e per come ci risulta con la campagna “Pensa alla salute”, ricostruire l’intera storia del contratto non è possibile in quanto i dati, col tempo e con l’intensificarsi delle fasi di contratto e specie nella fase di esecuzione, si riducono ossia non vengono comunicati o messi online.

 

Cpv

Descrive l’oggetto dell’appalto. E’ un vocabolario supplementare per aggiungere informazioni qualitative all’oggetto. Il vocabolario principale poggia su una struttura ad albero di codici che possono avere fino a 9 cifre (un codice di 8 cifre più una di controllo), ai quali corrisponde una denominazione che descrive le forniture, i lavori o servizi, oggetto del mercato.

 

Rup

È il Responsabile Unico del Procedimento, i cui compiti fondamentali per quanto riguarda gli appalti sono specificati all’art. 31, comma 4 e dalla Linee Guida ANAC nr. 3. Si occupa cioè delle varie fasi del procedimento di affidamento. Altri compiti assegnati al RUP sono individuati nel Codice in relazione a specifici adempimenti che caratterizzano le fasi dell’affidamento e dell’esecuzione del contratto. Inoltre, per espressa previsione dell’art. 31, comma 3, il RUP svolge tutti i compiti relativi alle procedure di programmazione, progettazione, affidamento ed esecuzione previste dal Codice, che non siano specificatamente attribuiti ad altri organi o soggetti.
Con “Pensa alla salute” consideriamo anche i RUP tra il gruppo target delle nostre richieste


TEMA SALUTE

 

“Illuminiamo la Salute” (progetto)

È un progetto di  Libera, Gruppo Abele, Coripe e Avviso Pubblico con l’obiettivo di promuovere iniziative formative, di monitoraggio, di valutazione, di ricerca e cambiamento per sostenere un sistema sanitario pubblico e sociale integro, efficiente, al servizio di tutti i cittadini.

Scopri di più al link  www.illuminiamolasalute.it

La campagna “Pensa alla salute” è promossa anche da questa rete, che ci supporta nella comprensione del complesso mondo della sanità pubblica e sua organizzazione, specie su quello che riguarda l’assistenza domiciliare integrata.

 

Diritto alla salute

È un diritto fondamentale dell’individuo, presentato dall’art. 32 della Costituzione Italiana. Garantisce la gratuità del servizio per gli “indigenti”; per quanto riguarda tutti gli altri soggetti non rientranti in quella categoria è prevista una forma di compartecipazione dell’utente con lo Stato (il ticket sanitario) per la copertura delle spese relative alle prestazioni sanitarie erogate dal SSN.

La campagna “Pensa alla salute” è un’azione di advocacy volta alla tutela di questo diritto sul territorio regionale, attenzionando le forme di spesa in occasione della crisi COVID-19 e della costruzione delle “città e parco  della salute”.

 

Città e Parco della Salute

Sono delle complesse strutture sanitarie che andranno a sostituire alcuni degli ospedali del territorio, accentrando e ampliando i loro servizi all’interno di un unico polo. Avranno il compito di fornire servizi sanitari ai cittadini, ma anche di ospitare progetti di didattica e di sviluppare percorsi di ricerca grazie alla partnership, tra gli altri soggetti di natura pubblica e privata, con i Poli Universitari del territorio.
In base al Programma di interventi di edilizia sanitaria approvato dal Consiglio Regionale del Piemonte l’8 maggio 2018, sono due i progetti pianificati:
– Il “Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione di Torino”, che sarà ubicato nella zona sud-est di Torino, prevede un costo di circa 374,633 milioni di euro. Il Protocollo d’Intesa al riguardo è stato sottoscritto dai seguenti attori: Regione Piemonte, Città di Torino, Università degli Studi di Torino, Azienda Ospedaliera Universitaria “Città della Salute e della Scienza” di Torino e Società F.S. Sistemi Urbani S.r.l.
-La “Città della Salute e della Scienza di Novara”, che sarà ubicata a sud della città, prevede un costo di circa  569,500 milioni di euro. L’accordo di programma è stato sottoscritto dai seguenti attori: Regione Piemonte, il Comune di Novara, l’Azienda Ospedaliero Universitaria “Maggiore della Carità” di Novara e l’Università del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”.
Con “Pensa alla salute”, vogliamo illuminare, monitorare e partecipare alla sanità di domani, puntando un faro sulla costruzione e realizzazione di queste opere che hanno anche un fortissimo impatto sulla fruizione del diritto alla salute e della stesso volto urbanistico dei territori coinvolti.

 

Osservatorio sulla domiciliarità

È l’organo di raccolta di documentazione informativa che, con “Pensa alla salute”, chiediamo di generare al fine di monitorare che le spese legate all’emergenza COVID-19, specificatamente su ciò che appunto riguarda l’Assistenza domiciliare integrata, stiano raggiungendo l’obiettivo.

Chiediamo che i compiti dell’Osservatorio siano la realizzazione e la discussione di linee guida sul tema, il censimento a livello  territoriale di tutte le strutture, pubbliche, private e no profit, che erogano servizi di cure domiciliari e il racconto di esperienze concrete significative, positive e negative. Chiediamo anche che sia fondato sulla partecipazione attiva e dialogo tra professionisti sanitari, pazienti, familiari, cittadini, e pertanto ne chiediamo una natura non solo istituzionale ma anche civica.

 

Assistenza domiciliare integrata

È l’insieme di trattamenti medici, infermieristici e riabilitativi integrati con servizi socio-assistenziali (igiene personale, cura della persona, assistenza ai pasti). Viene erogato gratuitamente al domicilio del paziente richiedente, essendo finanziato dal Servizio Sanitario Nazionale. L’Assistenza Domiciliare Integrata, quindi, si rivolge unicamente a persone non autosufficienti in modo totale o parziale, a chi non è in grado di deambulare o chi è affiancato quotidianamente da persone che si prendono del soggetto in difficoltà.

Con “Pensa alla salute”, su proposta della rete “Illuminiamo la salute”, abbiamo scelto di attenzionare questo tema perché ci sta a cuore la fascia di popolazione più a rischio isolamento e abbandono, che appunto dovrebbe essere raggiunta da questi interventi. Ecco perché chiediamo un Osservatorio che ci permetta di vigilare su quest’ambito.

 

USCA

Sono le Unità Speciali di Continuità Assistenziale, composte da un medico e un infermiere. Hanno lo specifico compito di valutare, su segnalazione del medico di famiglia o del pediatra, i pazienti Covid positivi o sospetti,  che sono a domicilio, nelle strutture territoriali, dimessi dal pronto soccorso o dal reparto.
Con “Pensa alla salute”, chiediamo che l’Osservatorio sulla domiciliarità si occupi anche del monitoraggio territoriale di queste Unità speciali.

 

Sanità regionale

Il Servizio sanitario regionale è costituito dalle strutture, dalle funzioni e dalle attività assistenziali rivolte ad assicurare, nell´ambito del Servizio sanitario nazionale e nel rispetto dei suoi principi fondamentali, la tutela della salute come diritto fondamentale della persona ed interesse della collettività ai sensi dell´art. 32 della Costituzione. Garantisce a tutte le persone servizi appropriati e necessari per la tutela, la cura e il recupero della salute, assicurando uniformità nell’accesso e nella erogazione delle prestazioni e dei servizi nel rispetto dei tre principi fondamentali del Servizio sanitario nazionale: universalismo dell’assistenza, uguaglianza di accesso, solidarietà. I riferimenti normativi fondamentali sono il decreto legislativo 229/99 e la legge regionale 29/2004. Introduce il bilancio di missione, bilancio annuale dei risultati dell’attività assistenziale in rapporto agli obiettivi di salute assegnati dalla Regione e dalle Conferenze territoriali sociali e sanitarie.

Come Libera Piemonte, ci siamo attivati con  “Pensa alla salute” proprio alla luce della regionalizzazione dell’organizzazione sanitaria. Ecco perché nostri interlocutori principali sono il Presidente di Regione e i referenti delle stazioni appaltanti regionali.

 

Piani Assistenziali Individualizzati

Sono progetti documentati, compilati da una equipe multidisciplinare e garantiti da un referente del piano (che può essere chiunque del team), che riassume la pianificazione assistenziale e gli obiettivi di promozione della salute che l’assistito dovrà ricevere e raggiungere in un determinato intervallo di tempo. L’assistito che viene in preso in carico, che sia dall’Assistenza Domiciliare Integrata o dalle RSA o anche altre strutture sanitarie residenziali, verrà entro un certo tempo (mediamente entro tre settimane) osservato nella sua quotidianità e intercettati e valutati tutti i suoi bisogni che verranno suddivisi in aree con le relative professionalità predisposte a soddisfarle: Area clinico-assistenziale: medici; infermieri, oss ; Area Sociale: assistente sociale, oss, animatori, educatori; Area Riabilitativa: fisioterapista. educatore, tecnici della riabilitazione.
Compito dell’Osservatorio sulla domiciliarità che stiamo chiedendo con “Pensa alla salute” sarà anche monitorare il buon funzionamento di questi Piani.

 

Telemedicina /teleconsulti

Si intende una modalità di erogazione di servizi di assistenza sanitaria, tramite il ricorso a tecnologie innovative, in particolare alle Information and Communication Technologies (ICT), in situazioni in cui il professionista della salute e il paziente (o due professionisti) non si trovano nella stessa località. La Telemedicina comporta la trasmissione sicura di informazioni e dati di carattere medico nella forma di testi, suoni, immagini o altre forme necessarie per la prevenzione, la diagnosi, il trattamento e il successivo controllo dei pazienti. Non sostituisce la prestazione sanitaria tradizionale nel rapporto personale medico-paziente, ma la integra per potenzialmente migliorare efficacia, efficienza e appropriatezza. La Telemedicina deve altresì ottemperare a tutti i diritti e obblighi propri di qualsiasi atto sanitario.

Compito dell’Osservatorio sulla domiciliarità (che stiamo chiedendo con “Pensa alla salute” sarà anche monitorare il buon funzionamento della modalità della telemedicina.

 

LEGGI LA CAMPAGNA “PENSA ALLA SALUTE”

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