Conclusione del progetto “BENI CONFISCATI IN RETE”

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Giovedì 12 maggio al Campus Einaudi a Torino si è tenuto il convegno conclusivo del progetto “Beni confiscati in rete”, un percorso di formazione promosso da Libera Piemonte rivolto a pubbliche amministrazioni, enti del terzo settore e cittadini per potenziare il riutilizzo dei beni confiscati, con l’obiettivo di informare e mettere in rete i soggetti che hanno l’opportunità e la responsabilità di promuovere la valorizzazione degli immobili. Questo progetto è stato portato avanti da Libera Piemonte in partenariato con il Dipartimento di Cultura, Politiche e Società dell’Università di Torino, con il contributo del Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali e con il sostegno della Regione Piemonte. Un progetto che è stato effettivamente in grado di sensibilizzare, formare e spingere verso l’acquisizione di competenze da parte di tutti i soggetti coinvolti, con l’obiettivo di creare sempre più una sinergia proficua alla restituzione di questo bene comune alla collettività.

Nell’occasione del convegno sono stati presentati dunque numeri, statistiche, mappature, esperienze e opinioni sul tema e i risultati finali della ricerca. Tali contenuti sono stati rappresentati grazie agli autorevoli interventi degli ospiti del convegno, quali Rocco Sciarrone, professore ordinario di Sociologia delle mafie; Gabriele Tassinari, Responsabile del settore Beni Confiscati per Libera Piemonte; Vittorio Martone, professore associato dell’Università degli Studi di Torino; Alberto Somma, capo della Dia di Torino; Roberto Bellasio, della sede milanese dell’ANBSC; Diego Sarno, coordinatore regionale di Avviso Pubblico; Giorgio Airaudo, segretario generale Cgil Piemonte; Luca Scarpitti della Fondazione Compagnia di San Paolo. Hanno portato i propri saluti, inoltre, il Prefetto di Torino Raffaele Ruberto; il Presidente della Regione Alberto Cirio; la Vicesindaca di Torino Michela Favaro. Ha moderato Maria José Fava, referente di Libera Piemonte.

I risultati delle ricerche di questo progetto hanno quindi prodotto due principali contenuti: un report di analisi e interpretazione dei dati presenti sul portale OpenRegio dell’ANBSC, realizzato da Gabriele Tassinari con il supporto di Francesco Russo e Giulia Panepinto e un breve documentario sulla situazione dei beni confiscati in Piemonte e sullo stato – e capacità – di riutilizzo di tali beni nella nostra regione, realizzato da Davide Pecorelli e Carlotta Bartolucci.

Come ribadito fortemente al convegno, si spera che questo progetto, ben rappresentato nella tavola rotonda del convegno di giovedì, sia solo il primo passo verso un percorso di cooperazione tra i soggetti responsabili, affinchè ognuno si prenda delle responsabilità per favorire la destinazione e il riutilizzo del maggior numero di beni nel più breve tempo possibile. Questo impegno è infatti fondamentale, al fine di impedire che i beni confiscati si trasformino in un onere per i potenziali soggetti destinatari, andando sostanzialmente a minare il principio a fondamenta della Legge Rognoni-La Torre che oggi, a distanza di 40 anni, celebriamo. 

 

IL DOCUMENTARIO “Restituzione sociale del patrimonio mafioso: luci e ombre in Piemonte”

IL REPORT

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