Riportiamo la lettera inviata all’indirizzo di posta pensaallasalute@liberapiemonte.it, casella aperta per raccogliere segnalazioni sulle difficoltà dei piemontesi all’accesso alla cura nel periodo Covid-19. Abbiamo avuto l’autorizzazione alla pubblicazione dallo scrivente e abbiamo omesso dati sensibili per garantirne l’anonimato.

 

 

All’inizio di ottobre mio padre ha contratto il covid 19, infettando anche me e mia madre. Appena saputa la positività di mio padre, io e mia madre ci siamo recat* a fare il tampone a C., dove abbiamo aspettato più di 4 ore in una delle ultime giornate calde di quest’anno chiuse in macchina; e come se non bastasse entramb* avevamo i primi sintomi.

Dopo circa 4 giorni riceviamo anche noi l’esito positivo. Peccato che l’unico a essere stato chiamato dall’asl per il tracciamento effettivo sia stato mio padre. Io ho ricevuto una telefonata per il semplice fatto che essendo un* student* volevano sapere quando ho messo piede per l’ultima volta all’interno della struttura, mia madre invece non ha ricevuto nessuna chiamata. Mio padre ha ricevuto chiamate di controllo da parte dell’asl per circa due settimane, in una delle quali ha dovuto chiedere un certificato (per la terza volta) che dimostrasse che anche io ero risultat* positiv*, dato che senza quel certificato le mie assenze a scuola causate dal virus non sarebbero state giustificate; dopodichè non essendo ritenuto un caso grave l’asl ha smesso di seguirlo. I miei genitori hanno avuto sintomi rilevanti per circa due settimane, dopo le quali lentamente si stavano riprendendo e sono stati mandati a fare più tamponi con tempi di attesa superiori alle 6 ore, ai quali le prime volte continuavano a risultare positivi. Io invece ho passato più di 30 giorni a letto con febbre e dolori incessanti. Dopo le prime settimane di febbre e una cura di antibiotico e cortisone che non è servita a niente se non a provocare ancora più problemi, il mio medico di base ha deciso di passare il mio caso in mano all’asl. Dall’ asl ho ricevuto una sola telefonata in cui mi prescrivevano una nuova cura e mi mandavano a fare un tampone, chiamata terminata con le parole “ci risentiamo nei prossimi giorni per sapere come va la cura e per comunicarle l’esito del tampone”. La cura, anche se lentamente, mi ha fatto riprendere, sono finalmente risultat* negativ* dopo più di un mese di positività, ma io la chiamata dall’asl la sto ancora aspettando. Ho solo da ringraziare il mio medico di base, che a ogni ora controllava il portale per vedere se ci fosse il mio esito, chiedendomi il permesso di chiamarmi anche oltre il suo orario lavorativo per comunicarmi eventuali novità. Se non fosse stato per il mio medico starei ancora aspettando le istruzioni dell’Asl. Sicuramente ci saranno storie molto più difficili e complicate rispetto a quella che vi ho appena raccontato, ma data la situazione mi sentivo in dovere di raccontare anche la mia.

Spero vi sia utile e soprattutto spero che la situazione si risolva il prima possibile.

Grazie per il vostro incessante lavoro!