Una maxioperazione che ha visto nel mirino 124 beni immobili, 3 società e almeno 80 conti correnti, condotta dal procuratore aggiunto Ilda Bocassini, ha portato al sequestro di beni nella zona milanese e nel biellese per un totale di oltre cinque milioni di euro.
Nel biellese è stato effettuato il primo sequestro (preventivo) della provincia, effettuato a Valle Mosso, e riguarda beni collegati ai presunti contabili della famiglia Mangano, due fratelli che agirebbero tra Milano e Cremona, secondo quanto si apprende dalle indagini. I due fratelli sono supposti essere i reali possessori dei beni, frutto delle loro operazioni nella zona.
Il sequestro è avvenuto ad opera degli agenti della squadra mobile di Milano, dei finanzieri del Comando provinciale della guardia di finanza di Cremona e dai carabinieri della squadra Misure di prevenzione della procura della repubblica di Milano, coordinati, come detto, dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini e dal Sostituto procuratore della repubblica di Milano Alessandra Dolci.
L’operazione sembra strettamente collegata agli arresti del settembre 2013, tra i quali vennero messi in manette anche la figlia e il genero di Vittorio Mangano, definito come ex “stalliere di Arcore”, condannato per omicidio e presunto collegamento con la mafia siciliana. Lo stesso uomo definito l’8 aprile 2008 da Marcello Dell’Utri “a suo modo un eroe”.