Dov'è difesa ma spesso violata la Costituzione

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novielloSiamo partiti in 25 dal Piemonte, nella notte tra sabato e domenica, per essere al mattino a Casal di Principe. Come Libera Piemonte, abbiamo pensato di prepararci al 2 giugno, Festa della Repubblica, ricordando i testimoni di giustizia che si battono ancora oggi per difendere i valori della Costituzione.

La libertà, la tutela e la sicurezza dell’individuo, sono requisiti necessari per avere dignità e diritti.
Ad aspettarci abbiamo trovato il referente di Libera Caserta, Valerio Taglione, e alcuni testimoni di giustizia che abbiamo imparato a conoscere, come Bruno Piazzese, Silvana Fucito e Pino Masciari.
Tutte storie di grande umanità e passione.
Insieme ci siamo recati sulla tomba di Domenico Noviello, ucciso il 16 maggio 2008 a 65 anni dalla camorra che non dimentica.

Aveva denunciato e fatto condannare i propri estorsori, e per questo
era stato sottoposto ad un programma di protezione nel 2001,
revocatogli nel 2003, poiché la commissione centrale aveva ritenuto che
non sussistevano più motivi di rischio.
Il coraggio dei testimoni di giustizia nel denunciare, preferendo la
legge e la giustizia alla sudditanza e alla complicità, è l’anima della
Costituzione.
Il dolore e la solitudine che sono in queste persone, rappresentano una
ferita profonda in tutti noi. E proprio in quel cimitero, dove è
sepolto anche don Peppe Diana (anche lui assassinato nel 1994 dalla
criminalità mafiosa) ciò è apparso evidente a tutti.
La morte di Noviello ha dunque richiamato con forza il valore dei
testimoni di giustizia, ma ha anche evidenziato quelle inadempienze
sottolineate dalla relazione della Commissione Parlamentare Antimafia,
relatrice l’on. Angela Napoli, del febbraio 2008.
Per questo crediamo che sia importante la nostra presenza al loro fianco.
Abbiamo perciò pranzato tutti insieme a San Cipriano d’Aversa, alla NCO
(Nuova Cucina Organizzata). Un acronimo che alcuni ragazzi del luogo
hanno fatto proprio sbeffeggiando la camorra e ridando dignità alla
propria terra.
E mentre condividevamo i prodotti dei beni confiscati, a qualche
isolato da noi l’imprenditore Michele Orsi 47 anni, coinvolto
sull’inchiesta dello smaltimento dei rifiuti, è stato assassinato.
Per motivi di sicurezza abbiamo così dovuto abbandonare la NCO
condividendo le lacrime di rabbia e di sconforto di chi, come Valerio,
affronta quotidianamente il fenomeno.

Ecco perché siamo convinti di aver fatto la scelta giusta nell’andare
lì a ricordare i valori fondamentali della Carta Costituzionale.
Perchè la solitudine dei testimoni è uno schiaffo allo sforzo di quanti
hanno lottato per rendere il nostro paese libero e democratico.

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