Diritti e doveri degli studenti

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I corsi sono terminati, la sessione esami è agli sgoccioli, ma nel mondo universitario c’è ancora fermento.
Abbiamo intervistato il presidente di Unilibera, Leonard Mazzone, per farci raccontare che aria tira nell’ateneo torinese.

Partiamo con ordine, dall’inizio: come presidio di Libera Piemonte organizzate assemblee pubbliche su vari temi ma resta centrale il diritto allo studio.
Abbiamo invitato ospiti del calibro di Forgione e Crocetta per fare informazione sul fenomeno mafioso e per capire come combatterlo, ma anche Travaglio perchè ci sta a cuore l’Informazione; ma l’importanza del contesto in cui operiamo, non ci è mai sfuggita: già lo scorso anno abbiamo organizzato un presidio permanente per rivendicare più chiarezza su temi come l’organizzazione della didattica, dei dottorati di ricerca, passando dalla gestione e della regolamentazione degli spazi universitari, fino ad arrivare alle scelte ed alle decisioni del senato studentesco e accademico.
Dopo quell’esperienza cosa è successo?
Abbiamo capito, una volta di più, l’importanza del mettersi in rete, così è nato il coordinamento interfacoltà Uni.To; vi partecipano i collettivi di Agraria, Veterinaria, Fisica, Scienza Politiche, Giurisprudenza, Lettere, Lingue, Scienze della formazione, Psicologia, Unilibera, Altera, le liste dei rappresentanti studenteschi indipendenti ed anche il coordinatore dell’UDU.
Con quali obiettivi avete cominciato a collaborare?
Il diritto allo studio è fondamentale, ma detto così vuol dire tutto e niente. Occorre conoscere quel che accade per capire le trasformazioni in atto. Per questo il primo obiettivo concreto è stato quello di mettere in contatto i collettivi e le associazioni che orbitano attorno all’università con i rappresentanti degli studenti e, come corollario, informare questi ultimi perchè sappiano che possono diventare i primi.
Il coordinamento ha realizzato subito delle iniziative concrete?
Certo. Abbiamo indetto una raccolta firme. Ci siamo accorti che lo statuto dei diritti e dei doveri degli studenti universitari elaborato dal MIUR, non sarebbe stato approvato a livello nazionale, causa la caduta del governo. Allora ci saimo attivati per farlo a livello torinese. Abbiamo raccolto 700 firme in pochissimi giorni, poi ci siamo rivolti al senato degli studenti.
Ci sono possibilità concrete perchè possa essere proposto al Senato Accademico?
A luglio il senato studentesco avrà all’ordine del giorno l’approvazione dello statuto, poi spetterà a quello accademico fare la sua parte.

Perchè è così importante questo statuto?

É il primo, fondamentale passo per la costruzione di una vera "cittadinanza" studentesca, promuove l’uguaglianza e la parità all’interno dell’Università, la libera associazione, la partecipazione democratica e la rappresentanza, il libero accesso ai saperi e alle strutture, la mobilità studentesca, la piena realizzazione dello studente durante il suo percorso di studi. Lo Statuto promuove la ricerca e riconosce i diritti dei dottorandi e definisce i diritti degli studenti riguardo alla contribuzione, alle modalità di esame, alla didattica.
Pensi che ci saranno modifiche o integrazioni?
Noi siamo consapevoli che questo rappresenti la base su cui costruire. Abbiamo in programma, a partire da settembre, assemblee pubbliche in cui si potrà discutere nel merito gli articoli, le problematiche, per poter entrare nel vivo e apportare eventualmente modifiche e integrazioni ascoltando chi l’università la vive e vuole che sia dotata di tutti gli strumenti possibili e necessari. C’è spazio e posto per tutti, insomma.
Quali altri passi per il futuro?
Vogliamo presidiare sempre meglio ciò che avviene in senato; stiamo valutando la possibilità di riprendere tutte le sedute in formato video e renderle così disponibili per tutti. Un esempio reale: ci sono 7 milioni di euro in eccesso, rispetto al limite delle tasse, che dovranno essere redistribuiti in servizi per noi studenti. Vogliamo capire a cosa realmente saranno destinati. Per poter fare delle scelte, vogliamo acquistare consapevolezza.

Leggi lo statuto qui


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