Il popolo dell'antimafia

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La tre giorni di Savignano sul Panaro ci ha regalato sorprese ed emozioni, ma anche riflessioni profonde.
Partirei proprio da qui, dalla profondità, il cui richiamo, da parte di Luigi Ciotti, è stato forte e intenso: "Da alcuni incontri, alcune dichiarazioni di personaggi storici della
mafia abbiamo percepito l’efficacia del nostro esserci. Ma negli ultimi
tempi ci sono segnali discordanti, perché se dentro di noi non scatta
quel di più in profondità, loro sono più forti."

Le sorpese riguardano invece l’elezione di Nando Dalla Chiesa a presidente onorario di Libera: "oggi esiste un popolo dell’antimafia e questo è merito nostro, ora abbiamo una grande responsabilità, ma dobbiamo credere e continuare a lottare per la verità e la giustizia."

Le riflessioni e gli spunti arrivano invece dal campo di formazione, momento nel quale è stato dato grande risalto alla capacità di "organizzare la propria vita, legare tutti
i pezzi insieme, per una corresponsabilità. Non basta desiderare che
qualcosa cambi, bisogna essere il cambiamento."
Ed infatti i temi di cui si è discusso si sono intrecciati di continuo: dalla ‘ndrangheta, mafia liquida e strutturata a compartimenti stagni, al narcotraffico globale e locale al medesimo tempo, che mette in relazione criminalità e poteri forti, fino ai comitati d’affari che si spartiscono l’informazione e ne decretano la sofferenza, senza dimenticare la crisi della giustizia e la politica che non riesce ad essere veramente tale.
A fronte di questo quadro, l’impegno di Libera vuole essere più graffiante e per farlo "occorre crescere non solo in altezza, ma anche in profondità, perchè durante le tempeste sono gli alberi più alti, che non hanno radici ben salde, che cadono per primi".
Ed allora ecco il documento finale che rilancia su tutti i fronti.
Tu da che parte stai?

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