Era
già successo un anno fa.
Palermo,
elezioni per il sindaco:
voti spariti, verbali incompleti o contraffatti. Il risultato delle
indagini ha portato all’arresto di due
presidenti di seggio che
avevano favorito una lista che appoggiava il sindaco, poi eletto,
Cammarata.
Ora, durante le elezioni amministrative di Messina, il giochino pare essersi ripetuto: lo denuncia Mariano Rossello, il quale si è votato come consigliere comunale, ma al momento della conta dei voti, non ha ritrovato nemmeno la sua preferenza. La procura ha aperto un’inchiesta e lo scandalo si è allargato incredibilmente: intanto sia Cammarata che Buzzanca, vincitori in elezioni "truccate", continuano a governare…Anche Salemi, provincia di Trapani, ha il suo nuovo sindaco: si tratta di Vittorio Sgarbi. A parte il suo entourage che annovera Oliviero Toscani e quel Graziano
Cecchini che tinse di rosso la fontana di Trevi, il polemico critico
d’arte, ha già cominciato blaterando che è inutile continuare a parlare
di mafia e antimafia perchè i problemi della Sicilia sono anche altri e
più urgenti. L’avvocato di Jhonny Stecchino li aveva d’altra parte già
enunciati anni fa: l’Etna, la siccità e il traffico!
Una volta Sgarbi disse che "il sistema è talmente corrotto che tanto
vale approfittarne"; sarà per questo che la sua candidatura è stata
appoggiata da un ex inquisito per mafia.
Ma gli sgarbi più terribili sono, senza ombra di dubbio, quelli che numerose procure italiane hanno fatto dando il via alle revoche del 41 bis per
decine di mafiosi. Ultimo in ordine di tempo Antonio Madonia, autore
dell’omicidio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ma anche
dell’uccisione del capo della squadra mobile di Palermo, Ninni Cassarà.
Il presidente onorario di Libera, Nando Dalla Chiesa, ha commentato: "E’ una cosa pazzesca e assurda".
La motivazione dei provvedimenti di revoca al regime del carcere "duro"
sono sempre le stesse:"Non è dimostrata la persistente capacità del
detenuto di mantenere
tuttora contatti con l’associazione criminale di appartenenza".
In attesa che la legislazione ponga fine a questo scempio, il
procuratore della Repubblica di Torino, Gian Carlo Caselli, spiega
l’importanza di questo articolo del codice nella lotta alla criminalità
organizzata: "Chi non vuole il 41 bis".
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